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Un abisso tra di noi - Giovedì 4 Marzo


È una distanza incolmabile, non soltanto una linea di confine o un muro di separazione, quella che viene posta tra l'uomo ricco e il povero Lazzaro. Un vero e proprio abisso che suscita ancora più paura perché non può essere in alcun modo attraversato. 

C'è un carattere di irreversibilità in quella condanna che spaventa, ma ciò che lascia completamente di stucco è accorgersi che in realtà colui che ha scavato quel baratro, colui che ha emesso quella sentenza ormai inappellabile, non è il giudice ma l'imputato. 

L'abisso che dopo la morte li divide è lo stesso che nella vita il ricco ha scelto di mettere tra sé e il povero attraverso tanti gesti di egoismo, in apparenza piccoli e insignificanti che, poco alla volta, hanno scavato un solco troppo profondo. Quante volte quella porta sarà stata sbattuta in faccia a Lazzaro e a tanti altri mendicanti di briciole; quanto cibo divorato e sprecato ma mai condiviso; quante volte si sarà tappato le orecchie per non udire i lamenti di chi moriva di fame a due passi da lui. 

E le mie scelte di ogni giorno che cosa generano? Abissi incolmabili o ponti di comunione, deserti aridi o cammini da condividere?

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Dal Vangelo secondo Luca

Lc 16,19-31


In quel tempo, Gesù disse ai farisei:

«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.

Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.

E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».



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