Dare e avere. Sembrerebbero due verbi in antitesi, due stili di vita contrapposti. Sarebbe bello donare sempre, ma quando siamo noi a sperimentare il bisogno, le paure prendono il sopravvento e cadiamo nella tentazione di chiudere i rubinetti.
Siamo diventati accumulatori seriali di cose inutili, che spesso non ricordiamo neanche più di possedere. Anche il nostro cuore è spesso strapieno di emozioni ed esperienze, accatastate una sull'altra in maniera confusa, tanto da renderlo spesso un luogo inospitale.
Rischiamo di diventare cisterne di acqua stagnante, dove proliferano i batteri, mentre potremmo essere fiumi d'aqua viva che scorrono impetuosi, per bagnare le arsure di questa umanità.
A noi spetta scegliere: possiamo aprire il cuore e le mani per lasciar fluire vita, misericordia, amore, perdono. Oppure possiamo continuare a stringere i pugni per afferrare ciò che vogliamo, trattenere ciò che crediamo ci appartenga e fare a cazzotti con il mondo intero che sembra non meritare nulla da noi.
Il paradosso è che più vogliamo avere e più ci ritroviamo vuoti. Al contrario, chi impara a donare con gioia sarà capace di fare spazio dentro di sé, per ricevere l'abbondanza dei doni di Dio.
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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
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