Si dice che in amore vince chi fugge, che bisogna sempre trovare il modo per farsi desiderare.
In tanti hanno provato ad elaborare teoremi sull'amore, finanche a scrivere manuali di istruzioni, individuando le più svariate strategie utili a tenere in mano le redini di un rapporto.
Ma a Gesù sembra importare davvero poco di tutto questo. Egli ci mostra ancora una volta di non avere nessuna paura di giocare a perdere, di rimetterci di tasca propria, di continuare a lanciare ami, costruire ponti, tracciare sentieri che conducano fino a noi, anche quando sembriamo infinitamente distanti da Lui. Non ci sono trucchi, né inganni. L'unica regola in amore è donare tutto se stessi.
In questo eterno gioco di seduzione, Dio sceglie di essere la parte debole, quella che gioca a carte scoperte. Si mette a rincorrere un'umanità che continua a mostrarsi sfuggente, a nascondersi tra le pieghe di un cuore malato, ormai diventato di pietra, a lasciarsi ingannare da chi promette frammenti di felicità a buon mercato, invece di consegnarsi a chi le mostra orizzonti di gioia vera. Non smette di cercare chi è perduto, di curare chi è malato, di chiamare chi si è allontanano.
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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
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