"Lo faccio o non lo faccio?". In fondo, "si è sempre fatto così!". Quante cose si compiono per dovere o per imitazione, senza capirne il senso.
Gesù insegna ai suoi discepoli una libertà interiore tanto profonda da spiazzare tutti coloro che osservano. I farisei e gli scribi restano indignati, i discepoli del Battista sono confusi.
Per chi è abituato semplicemente a osservare in maniera quasi automatica delle prescrizioni, risulta davvero troppo difficile comprendere: Gesù appare nient'altro che un trasgressore o, quanto meno, un provocatore. I suoi discepoli ricevono lo stesso trattamento.
Stavolta almeno gli viene posta la domanda giusta: "perché lo fai?". La risposta di Gesù ci rivela che soltanto le motivazioni sono capaci da dare sostanza al nostro agire e valore anche alle opere buone.
Se hai chiaro il "perché", saprai anche comprendere il "se", il "come" e il "quando".
Se non conosci la ragione di ciò che fai tutto viene svilito e diventa vuota formalità. Se invece ne capisci il senso, sarai capace di riscoprirne tutta la bellezza.
Allora ci sarà un tempo per mangiare e prendere ciò che ti piace, ma anche per digiunare, imparando a non diventare ingordo e famelico. Ci sarà un tempo per gioire della presenza della persona amata, ma anche per vivere la lontananza, per custodire e alimentare il desiderio del nuovo incontro.
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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
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