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Fregare la morte - Mercoledì 17 Marzo


L'opera di Dio non conosce battute di arresto. Per il Padre come per il Figlio, è sempre il tempo opportuno per agire in vista della salvezza dell'uomo. «Viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno». 

Oggi, più che mai, sento che questa parola così forte e autorevole è pronunciata sulla nostra vita, viene ripetuta proprio per noi che proviamo in ogni modo a sentirci vivi, quando in realtà dentro siamo, troppo spesso, già morti da un pezzo. 

Sui nostri volti si leggono i segni del tempo che è passato, carico di promesse infrante e di buone intenzioni mai davvero compiute; siamo stati feriti più volte, soprattutto alle spalle; sentiamo le forze venire meno, abbiamo già collezionato innumerevoli sconfitte e cadute, ma stavolta ci sembra davvero difficile rialzarci. Non basta un po' di trucco, non serve indossare una maschera, la nostra condizione non può essere nascosta: «posso contare tutte le mie ossa» (Sal 21,18). 

C'è solo un modo allora per "passare dalla morte alla vita": ascoltare e credere! La parola di Gesù è viva ed efficace. È una parola creatrice, capace trasfigurare il cuore dell'uomo. La fede nasce proprio dall'ascolto, dall'accoglienza di questa parola. Credere in Dio significa riconoscere che non siamo noi a generare la vita, ma la riceviamo in dono. Vuol dire non accontentarsi più di surrogati che promettono felicità e intanto non fanno altro che inaridirci, ma ritornare a dissetarsi all'unica fonte viva. 

«Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete» (Ez 37,13-14). 

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Conosci un altro modo per fregar la morte? 

L'AMORE CONTA - LUCIANO LIGABUE

https://youtu.be/u2LdEdpYg-M

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Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 5,17-30


In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.

Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.

Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.

Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.



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