Chi ama dona con gioia e lo fa senza pretendere nulla in cambio. Perché allora attendere che quel dono produca qualcosa?
Cercare i frutti al momento opportuno è tutt'altro che pretendere di ricevere il contraccambio. Non è la logica della restituzione ma quella della relazione a spingere il padrone della vigna ad inviare i suoi servi agli affittuari per ritirare il raccolto.
È per questo che, nonostante il trattamento deprecabile riservato a quei poveracci, egli non esita a inviare anche suo figlio, pensando: "avranno rispetto per lui!". In fondo, Gesù stesso dirà: "chi ha visto me ha visto il padre" (Gv 14,9). Eppure neanche il figlio riesce a riaccendere in quei contadini la memoria di una relazione nella quale hanno ricevuto ogni cosa.
I primi frutti da restituire non sarebbero proprio il senso di gratitudine, la capacità di accogliere sempre chi viene a visitarci, la magnanimità di chi sa consegnare ad altri l'opera delle sue mani, la delicatezza di custodire e alimentare una relazione anche quando sperimenta il tempo della distanza?
Per questo la vigna sarà loro tolta. Un dono, anche il più prezioso, perde valore se viene spezzato o rinnegato il legame con la persona dalla quale lo abbiamo ricevuto. Altri saranno chiamati a custodire quella vigna fuggendo la tentazione dell'espropriazione, ad altri verrà chiesto di portare quei frutti.
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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,33-43.45
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
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