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Tra il dire e il fare - Martedì 2 Marzo


La tentazione di farsi maestri e giudici della vita altrui è sempre forte. Troppe volte ci sentiamo in diritto di emettere sentenze inappellabili, sottolineando errori, indecisioni e mancanze. 

È facile dare "buoni consigli" quando si sale in cattedra e si guarda la vita dall'alto in basso. Molto più difficile è scendere dal piedistallo e mettersi nei panni degli altri, aiutandoli a portare i pesi che gravano sulle loro spalle e condividendone le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce.

Gesù è l'unico maestro proprio perché ha scelto di assumere la nostra umanità senza condizioni, di immergersi completamente in essa, sperimentandone in pienezza fatiche, paure e fragilità. Ci ha trovati impantanati nelle paludi del peccato, schiacciati dal peso delle nostre miserie e, anziché condannarci, si è abbassato fino a terra per rialzarci insieme con Lui. 

Il suo è un insegnamento autorevole proprio perché trae origine dalla vita. È un autentico maestro perché prima di tutto è testimone. In Lui "dire" e "fare" coincidono. 

E nella mia vita, invece? Rischio anche io di dare "buoni consigli" ma "cattivi esempi" come scribi e farisei?

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Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 23,1-12


In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.

Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».



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