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Una scommessa vincente - Lunedì 15 Marzo


Che prezzo ha la fiducia? C'è chi la vende a buon mercato, sperando in un guadagno con l'interesse; salvo poi esporre il solito cartello: "per colpa di qualcuno, credito a nessuno", non appena incappa in qualche delusione. Altri invece preferiscono trattarla come merce rarissima, da custodire gelosamente e riservare a pochi eletti, che potranno accedervi solo dopo innumerevoli prove e continue verifiche in itinere. 

Comunque sia, è inutile ingannarci, la sapienza biblica ce lo insegna: il cuore dell'uomo è un abisso (Sal 64,7). A poco serve cercare di colmarlo in qualche modo; è un'impresa impossibile provare a mettere a tacere l'eco delle nostre insicurezze.

Per quante conferme possiamo cercare e trovare, ci sarà sempre il tarlo di un dubbio che ci scava dentro e prova a far sgretolare anche le più granitiche convinzioni. Inutile allora ostinarsi a cercare segni, a voler trovare a tutti i costi le garanzie che ci permettano di eliminare completamente ogni rischio.

Arriva sempre il momento in cui siamo chiamati a rischiare. "Il faut parier", bisogna scommettere, come diceva Blaise Pascal. Chi ci riesce, come fece il funzionario del re che si fidó della parola di Gesù, scoprirà che ciò che agli occhi degli altri può apparire una semplice coincidenza, in realtà è la più grande conferma del fatto che Dio opera meraviglie nella vita di chi crede in Lui.

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Mentre decidi se ti puoi fidare, 

il tuo momento ti viene a cercare. 

Puoi solo credere, forse saltare.

ANCHE SE NON TROVI LE PAROLE - ELISA

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Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 4,43-54 


In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.

Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.

Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.

Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.

Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.



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