Si ritrova confuso e disorientato. Le parole di Gesù lo sorprendono profondamente e così la sua pretesa di sapere sembra venire meno, le sue granitiche convinzioni paiono sgretolarsi.
Nicodemo ha dimostrato coraggio recandosi di notte da Gesù, per andare in cerca di Colui che aveva smosso qualcosa nel suo cuore attraverso segni che solo Lui compiva e parole che nessun altro pronunciava. Quel fariseo ne era certo: Gesù è venuto da Dio come maestro.
Ora però quel coraggio non basta, bisogna andare oltre e lasciare che l'incontro con il Nazareno rimescoli le carte, apra orizzonti nuovi. Per Nicodemo, maestro di Israele, si tratta di una vera e propria sfida. Non è facile per chi è abituato a insegnare, riconoscere di aver ancora tanto da imparare.
Troppo spesso viviamo nella convinzione, e talvolta nella pretesa, di dover spiegare agli altri il senso delle cose e, forse, della vita stessa. Amiamo presentarci come esperti di ogni settore, "tuttologi" sempre pronti a impartire lezioni (richieste o non richieste) in ogni ambito dello scibile umano.
Poco importa se chi ha competenza ed è esperto di quella materia ci spiega che le cose non stanno nel modo in cui pensiamo noi. Viviamo pur sempre nell'epoca degli opinionisti: la mia idea vale quanto la tua!
Ecco allora che Gesù è costretto a constatare una triste verità: «noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza».
Abituati a giudicare con presunzione le cose della terra, vogliamo troppo spesso anche arrogarci il diritto di sentenziare sulle cose del cielo. E invece, «nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo». Solo Gesù ci può aprire le porte del regno dei cieli; lui solo ci può aiutare a comprendere perché ne è testimone, né fa esperienza diretta.
È tempo allora di prendere il coraggio a due mani e di recarci da lui, anche nelle nostre notti più buie. È tempo di smettere i panni dei "maestrini" e di tornare ad essere discepoli dell'unico e autentico Maestro.
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Un cielo che si appoggia sul mare e tu impari chi sei
IL PESCATORE DI ASTERISCHI - SAMUELE BERSANI
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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,7-15
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
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