«Voi mi cercate perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».
Quella folla non aveva alcuna intenzione di mollare Gesù e, appena si accorse che non era più lì, si mise sulle sue tracce. Avevano mangiato a sazietà; finalmente avevano trovato qualcuno che aveva preso a cuore la loro condizione, che non li aveva rimandati a casa a pancia vuota fregandosene della loro fame; speravano di aver trovato la soluzione ai problemi di una vita.
Può accadere di rivolgersi a Gesù, di iniziare a cercarlo, perché sperimentiamo il bisogno, la fame, l'indigenza. Egli non ci giudica per questo. Tuttavia "l'occasione" non può trasformarsi in "motivazione".
È bello che un amico sappia di potersi rivolgere a noi nel momento del bisogno, ma se l'unico motivo per cui ci cerca è trovare una soluzione alle sue difficoltà allora quella relazione non è sincera ed autentica, ma interessata e funzionale.
Anche la nostra relazione con Dio può rischiare di assumere questa forma e finire così per essere deturpata. Quante volte ci siamo detti pronti anche ad offrire qualcosa in cambio, quasi fossimo al mercato, pur di ottenere da Dio quello che ci interessa. Proprio come quella gente che chiede a Gesù: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Ma l'opera di Dio è una soltanto: credere in colui che egli ha mandato.
Non basta mettersi alla ricerca del Maestro, occorre capire perché lo stiamo cercando. È necessario lasciare che l'incontro con Lui ci aiuti a passare dalla pretesa di soddisfare i nostri bisogni al desiderio di scoprire quale sia la nostra vera fame, che cosa può veramente dare pienezza di senso alla nostra vita, ed accorgerci così che solo una relazione autentica con lui ci salva. Si tratta di passare dal cibo che perisce, e quindi ci farà ripiombare nel bisogno, a quello che dura per la vita eterna.
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C'è sempre qualcosa da fare e tu lo sai
C'È DA FARE - GIORGIA
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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
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