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Uno sguardo che va oltre - Mercoledì 28 Aprile


Gli occhi sono fatti per guardare... eppure troppe volte non sanno farlo con attenzione. Sono sfuggenti e distratti, preferiscono lasciarsi catturare da ciò che abbaglia la vista e, al contempo, l'acceca, anziché farsi incuriosire da ciò che si nasconde dietro apparenze dimesse per preservare una bellezza che sovente si manifesta nella fragilità. 

I nostri occhi sono spesso incapaci di andare al di là di questo tempo faticoso che sembra pesare come un macigno su tutte le promesse e le attese, le speranze e i sogni ancora troppo acerbi per poter spiegare le ali e spiccare il volo, ancora troppo fragili per poter resistere agli urti della vita. 

Si fa fatica a vedere bene quando la luce è fioca, quando il sole sembra troppo pallido per illuminare e scaldare giornate che iniziano stancamente e finiscono troppo presto.

Gesù ci invita ad avere cura del nostro sguardo, che ha bisogno di essere educato ad andare oltre, per non perdersi il meglio. 

Lui che è trasparenza del Padre, «chi vede me, vede colui che mi ha mandato», ci insegna a guardare avanti per non voltarci più indietro, per non perderci ancora in rimpianti e recriminazioni. 

Ci chiede di provare a cogliere i particolari per valorizzare le differenze e imparare ad armonizzarle, anziché fermarci alle apparenze e cedere alla tentazione di giudizi sommari e affrettati. 

Ci invita ad elevare gli occhi al Cielo per ricordare che il nostro cammino non è un vagare senza meta, ma è pegno di vita eterna. 

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E gli occhi cercano al di là

UN INVERNO DA BACIARE - MARINA REI

https://youtu.be/BkgiosLfwUo

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Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 12,44-50


In quel tempo, Gesù esclamò:

«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».



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