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Il colore dell'infinito - ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

 

Chiusi la mente e il cuore, chiuse anche le porte di quella stanza dove si erano rifugiati. In quel luogo le loro paure sembravano avere una vita propria, diventavano sempre più concrete e il loro sgomento era ormai tangibile. Null’altro sembrava essere reale, tanto che si erano rifiutati di credere a chi li aveva raggiunti per narrare una storia diversa. Non avevano preso in considerazione il racconto della Maddalena; avranno pensato fossero solo i vaneggiamenti di una donna segnata da una perdita troppo grande. Non avevano dato credito nemmeno ai due di Emmaus; forse nel loro caso si era trattata di una banale allucinazione dovuta alla fatica del cammino e alle ultime notti passate insonni. Quella gente parlava loro di una realtà tanto lontana da sembrare assurda; qualcosa che non erano in grado di vedere perché per loro esistevano soltanto lutto e pianto. Si sentivano come arenati nelle sabbie mobili dell’angoscia, tra dubbi e incertezze, quelli che ormai affollavano la loro mente senza lasciare spazio a nient’altro. Erano incapaci di tirarsene fuori, anzi, si trovavano ormai sul punto di sprofondare in modo irreversibile. Braccati da nemici pronti ad assalirli non soltanto all’intorno, quanto soprattutto dentro di sé. Divorati dal senso di colpa, non riuscivano più a trovar pace. Per gli apostoli pare non ci sia più alcuna prospettiva, nessuna via d’uscita, tutto sembra perduto.

È così che li trova Gesù, ripiegati su se stessi, chiusi a riccio, con la guardia alta per parare i colpi di una vita che li ha già messi alla prova duramente, eppure potrebbe ancora infierire.  Da lì, un po’ alla volta, il Risorto cerca di tirarli fuori, per aiutarli a respirare un’aria nuova. Con grande pazienza e delicatezza, passo dopo passo, rimargina le loro ferite,  fino a quando non giunge il momento di tornare al Padre. Ma non è un addio. Cristo non viene elevato per separarsi dalla nostra condizione umana. Nel Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto al Padre, nella gloria (dalla Liturgia).

Il dubbio paralizza, la fiducia mette le ali. E se nel cuore degli undici restano i dubbi, la fiducia che Gesù accorda loro compie il miracolo più grande: li rende annunciatori del vangelo, della buona notizia che cambia volto alla storia dell’umanità intera. All’uomo “a una dimensione”, ripiegato su se stesso, Gesù contrappone una prospettiva radicalmente differente che ci parla di pienezza, grandiosità, ampiezza. Con grande efficacia si era espresso san Paolo quando aveva parlato del desiderio di comprendere “quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,18-19). La grazia del Risorto ci attraversa proprio come fa la luce con un prisma, per spezzare il giogo di quelle tenebre che attestavano limiti e fallimenti, sconfitte e delusioni, e far emergere colori nuovi che narrano di infinito e compimento, pace e gioia, di eternità. Come quell’annuncio che corre veloce e percorre in lungo e in largo tutta la terra, ora anche noi siamo pronti ad accogliere il suo invito: “andate!”.

Il Cristo che è sempre oltre, ci apre ad un’esperienza in cui ogni steccato viene abbattuto, ogni confine cancellato, ogni catena viene spezzata, ogni prigione è espugnata. Sembra quasi svanire anche la linea dell’orizzonte, quella che separa la terra e il cielo. Eppure in quest’infinito l’uomo non si perde ma si ritrova, perché ha i suoi colori dipinti addosso.

 

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Dal Vangelo secondo Marco

Mc 16,15-20



In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

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Nel Blu Dipinto di Blu

Domenico Modugno

 https://youtu.be/t4IjJav7xbg

 

Penso che un sogno così non ritorni mai più

Mi dipingevo le mani e la faccia di blu

Poi d'improvviso venivo dal vento rapito

E incominciavo a volare nel cielo infinito

 

Volare, oh, oh

Cantare, oh, oh, oh, oh

Nel blu dipinto di blu

Felice di stare lassù

 

E volavo, volavo felice

Più in alto del sole ed ancora più su

Mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù

Una musica dolce suonava soltanto per me

 

Volare, oh, oh

Cantare, oh, oh, oh, oh

Nel blu dipinto di blu

Felice di stare lassù

 

Ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché

Quando tramonta la luna li porta con sé

Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli

Che sono blu come un cielo trapunto di stelle

 

Volare, oh, oh

Cantare, oh, oh, oh, oh

Nel blu degli occhi tuoi blu

Felice di stare quaggiù

 

E continuo a volare felice

Più in alto del sole ed ancora più su

Mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu

La tua voce è una musica dolce che suona per me

 

Volare, oh, oh

Cantare, oh, oh, oh, oh

Nel blu degli occhi tuoi blu

Felice di stare quaggiù

Nel blu dipinto di blu

Felice di stare quaggiù

Nel blu degli occhi tuoi blu

Felice di stare quaggiù

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