È l'ora più buia, quella segnata dall'assenza, quella in cui spariscono le folle e gli amici di una vita si danno alla fuga, in cui agli occhi dei mal pensanti sembra doversi registrare anche la defezione più clamorosa: "Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: «Sono Figlio di Dio»!»" (Mt 27,43). La prova è talmente grande che il dubbio sembra balenare per qualche istante perfino nella testa di Gesù che, gridando a gran voce, dice: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46).
Eppure proprio quell'ora di desolazione, quando "si fece buio su tutta la terra" (Mc 15,33), è rischiarata da una presenza, quella della madre. Maria stava presso la croce di Gesù come solo una madre sa fare. Lei non lo aveva mai lasciato, non lo farà neanche nel momento più difficile.
È l'ora di un nuovo parto, è tempo di generare ancora. Un travaglio difficile, che però porterà ad una gioia incommensurabile. "La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo" (Gv 16, 21). Stavolta non si tratta soltanto di un uomo, ma dell'umanità intera: Maria, sei madre della Chiesa!
«Donna, ecco tuo figlio!». «Ecco tua madre!». Per gli uomini e le donne di ogni tempo tu sarai espressione della tenerezza di Dio, segno di consolazione e di sicura speranza. Tu rischiarerai anche le notti più buie, sarai presenza nelle ore della prova per dire che nessuna croce ci vedrà mai soli e abbandonati. Con te accanto, ci sentiamo più sicuri; guidati da te sapremo camminare incontro a Gesù.
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Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre
SE SI POTESSE NON MORIRE - MODÀ
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-34
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
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