Aveva cercato nel tempio, dove altro sennò... Si era guardato attorno e aveva osservato attentamente ogni cosa. Non si era accontentato della prima impressione, il suo sguardo non era rimasto in superficie. Aveva indugiato a lungo, fino a quando l'ora si era fatta ormai tarda ed era arrivato il momento di uscire da lì.
Niente da fare... Gesù sperava di trovare ben altro, ma in quel posto c'era tutto, tranne quello che avrebbe dovuto esserci, quello che Egli stava cercando. La mattina seguente, aveva ancora fame e quell'albero di fichi, che non presentava altro che foglie, lo riportò in fretta alla triste esperienza del giorno precedente.
Gli era davvero rimasto l'amaro in bocca. Tutti quei sacrifici e quelle preghiere non avevano prodotto neanche un fico secco. "In eterno" nessuno potrà cibarsi dei frutti di una religiosità vuota e sterile, legata solo alle forme, fatta esclusivamente di apparenze, ma incapace di andare oltre, perché quei frutti non esistono, essa non è in grado di produrne.
Quando il tempio, il luogo della relazione con Dio per antonomasia, diventa un mercato in cui ciascuno va in cerca solo del proprio tornaconto, è meglio cercare altrove ciò che davvero può saziare "la fame di ogni vivente" (Sal 145,16).
Non è soltanto l'istituzione religiosa a correre questo rischio. Anche la nostra personale "religione" rischia di restare infruttuosa e di non diventare mai davvero "fede" se si limita a cercare di saziare la propria ingordigia, anziché preoccuparsi di portare frutti che possano nutrire altri.
E i frutti dello Spirito li conosciamo bene, sono "amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5,22). Se li cerchiamo tra le foglie della nostra vita e delle nostre comunità e non ne troviamo, forse vuol dire che anche noi non siamo stati capaci di produrre neanche un fico secco.
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Verrei a cercarti tra gli alberi
le foglie e il vento e tra le nuvole
L'ANIMA VISTA DA QUI - NEGRAMARO
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+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 11,11-25
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
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