"Si prostrarono. Essi però dubitarono". Quando lo videro caddero a terra. I discepoli che avevano fatto ritorno in Galilea proprio su indicazione del Maestro, alla vista del Risorto non seppero fare altro. La resa dei conti, il tempo dei bilanci, il momento giusto per tirare le somme, la conclusione di tutta quella lunga vicenda... Forse avranno immaginato così quell'incontro, lungo il cammino che li riportava da Gerusalemme verso casa. Fatto sta che alla vista di Gesù tutti finirono per prostrarsi, nonostante i tanti dubbi ancora presenti nella loro testa.
Un atto di adorazione? Un tentativo di testimoniare una fede ancora incerta e traballante? Chissà che quel gesto non sia stato propiziato anche dai pesi che gravano da tempo su di loro e che, dopo quel percorso lungo tre anni, erano diventati insostenibili. I fallimenti e le incomprensioni, i rinnegamenti e le fughe ormai rappresentavano un fardello davvero eccessivo per delle spalle così deboli. Eppure c'era qualcuno pronto a rialzarli, perché “non sarà la neve a spezzare un albero”.
Troppe volte si erano ritrovati ad essere ripiegati su se stessi, fermi
a contemplare la propria immagine riflessa in uno specchio, anziché accogliere
la parola del Maestro che un po' alla volta stava plasmando la loro povertà per
renderla “come un prodigio” (Sal 139,14). Prima si erano persi dietro le
illusioni dei propri personalissimi sogni di gloria e di strampalati modelli di
un messianismo trionfalistico che nulla aveva a che fare con Gesù. Poi avevano
cominciato a specchiarsi nei rimpianti e nella delusione: "noi
speravamo" (Lc 24,21).
Davanti invece si ritrovano qualcuno pronto a scommettere ancora una volta sulla loro povertà ; Gesù rivela loro un Padre che fin dall'eternità non si specchia se non negli occhi del Figlio, e insieme, Padre e Figlio, si lasciano cullare dal soffio dello Spirito. Non finge Dio, non vuole nascondersi. Sceglie piuttosto di giocare a carte scoperte, non ci ha “amato per scherzo”. A pensarci bene, diventano molto più comprensibili i dubbi degli undici. In fondo, noi siamo abituati ad avere a che fare con chi abitualmente si presenta con due facce. Ora invece incontriamo qualcuno che ci ama davvero e lo fa in tre persone.
Forse una lacrima di commozione e gioia avrà rigato il loro volto nello scoprire che il Maestro li aveva scelti, nonostante la loro povertà e le loro infedeltà, perché potessero diventare strumento di salvezza per le genti, per rendere discepoli tutti i popoli battezzandoli, cioè immergendoli completamente, dalla testa ai piedi e viceversa, in questo mistero d'amore che colora l’anima. Una vera e propria esplosione di tinte vivaci, per accorgersi che non esistono soltanto il bianco e il nero, ma che è nell’armonia dei colori che si manifesta l’autentica bellezza. Ora sì, che “cambierai il tuo nome”. Sarai chiamato “con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà (Is 62,2): figlio. Non è possibile immaginarne uno più bello.
Non è la conclusione, ma l’inizio. Una nuova genesi per coloraci d’infinito, per somigliare sempre più a quel Dio, uno e trino, che ha scelto di rivelarsi a noi come verità che risplende solo nella carità, come forza che si manifesta proprio nella fragilità, come giustizia che si compie pienamente nella misericordia.
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+ Dal
Vangelo secondo Matteo
Mt 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che
Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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Irama
Non sarà la
neve
A spezzare un albero
Avessi finto sarebbe stato meglio
Di averti visto piangere in uno specchio
E mi manca la tua voce ormai
Ora che, ora che, ora che sei qui
Io sono qui
Ci vestiremo di vertigini
Mentre un grido esploderà
Come la vita quando viene
Mai smetterai, canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Scorderai il dolore
Cambierai il tuo nome
Avеssi finto sarebbe stato meglio
Hai poco tеmpo ormai
Per vivere una vita che non sentirai
Chiudo il sole un attimo
Anche se non dormirò, oh
E i pensieri passano
Come eclissi resti qui
Io resto qui
E danzeremo come i brividi
Mentre la vita suonerà
Con le dita tra le vene
Mai
smetterai, canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Scorderai il dolore
Cambierai il tuo nome
Colora l'anima
Con una lacrima
Colora l'anima
Con una lacrima
Sottovoce nasce il sole
La scia che ti porterà dentro
Nel centro dell'universo
E l'armonia del silenzio
Sarà una genesi
La genesi del tuo colore
Mai smetterai, canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Colora l'anima
Con una lacrima
Colora l'anima
Con una lacrima (Scoppierà il colore)
Colora l'anima
Con una lacrima (Scorderai il dolore)
Colora l'anima
Con una lacrima (Cambierai il tuo nome)
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