Subito, senza attendere che arrivassero tempi migliori, senza aspettare che ogni cosa tornasse al proprio posto, senza pretendere di avere tutte le garanzie del caso... Maria non perde tempo, non resta chiusa in sé stessa.
La Parola che ha preso dimora in lei la spinge ad uscire, si traduce immediatamente in passi concreti che la conducono verso chi, come lei, sta sperimentando la grandezza di un Dio che compie meraviglie e volge il suo sguardo sui piccoli e gli umili di cuore.
Ella "si alzò e andò in fretta", il suo incedere era sicuro e spedito. Forse non siamo in grado, almeno per il momento, di reggere lo stesso ritmo; magari ci sembrerà che i nostri siano passi più lenti, a tratti incerti. Tuttavia restano imprescindibili, non devono mancare.
Non ci dev'essere istante alcuno in cui cediamo alla tentazione di pensare che la Parola di Dio possa essere accolta nei nostri cuori senza tradursi immediatamente in gesti concreti che diano forma alla nostra vita, in scelte operative che dicano un'effettivo desiderio di intraprendere nuovi cammini, di percorrere strade ancora inesplorate.
L'esperienza di Maria diventa propedeutica a quella di tanti, uomini e donne, santi innalzati agli onori degli altari o della porta accanto, che udendo anche una sola parola del Signore hanno deciso di lasciarla divenire concreta e operante nella propria vita e, così facendo, sono stati capaci di rimettere in moto non soltanto se stessi, ma anche tanti altri che li hanno seguiti.
Chissà quante volte, invece, la Parola del Signore, risuonata nel mio cuore, è rimasta sul piano delle ammirevoli intenzioni e dei buoni proposti. Dovremmo provare a chiederci più spesso quale passo concreto la Parola mi chiede di fare, in che modo possiamo incarnarla nella nostra.
E anche se ci sembra che sia piccolo e incerto, anche se ci assale la paura di cadere o pensiamo sia inutile, compiere quel passo, metterlo in atto. E un passettino dopo l'altro, anche noi, come Maria, impareremo a correre sulla via dei Suoi comandi, perché Egli ha allargato il nostro cuore (cf. Sal 119,32).
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Lasciami ricominciare a camminare
a passi più decisi
IMMOBILE - ALESSANDRA AMOROSO
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+ Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
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