Cosa porti nel cuore? Cos'hai di più caro e cosa c'è lì nel profondo, oltre ciò che appare, al di là di quello che vuoi mostrare? Se il cuore dell'uomo è un abisso insondabile (cfr. Sal 64,7) e spesso rimane un mistero anche per noi stessi, quello di Dio invece si mostra in maniera limpida e cristallina.
Innanzitutto una bella scoperta: Dio ha un cuore! Se mai avessimo pensato il contrario, in Gesù ogni dubbio si dissolve. Resta invece il punto di domanda sull'uomo... Troppo spesso sembra ci si trovi di fronte ad un'umanità "senza cuore", dis-umana. E se siamo stati creati a immagine e somiglia di Dio, allora dovremmo chiederci più spesso dove abbiamo messo quel cuore che Egli ci ha donato.
Volendo poi scattare un'istantanea del cuore di Gesù, la liturgia di oggi ci presenta l'immagine dell'uomo della croce, di Colui che ha consegnato lo spirito (Gv 19,30) ed è appeso a quel legno che un tempo era segno di maledizione e ora sta diventando albero fiorito, albero di vita.
È l'attimo in cui tutto si compie, tutto giunge a pienezza. Il momento in cui agli occhi del mondo ogni cosa sembra perduta, diventa proprio quello in cui la grazia viene riversata in maniera sovrabbondante su di noi: dal fianco squarciato dalla lancia subito uscirono sangue e acqua.
Se, nel nostro immaginario, il cervello è la sede della razionalità e del calcolo, della capacità di ponderare ogni scelta, di valutare la convenienza di ogni cosa secondo la logica del rapporto costi-benefici, cercando di impiegare il minimo sforzo per ottenere la massima resa; il cuore può essere considerato come il luogo della totalità, del dono completo senza riserve né calcoli.
La festa di oggi ci aiuti a guardare al Sacratissimo Cuore di Gesù per ritrovare anche il nostro di cuore e con esso la misura dell'amore autentico, cioè la tensione verso la piena offerta della nostra vita.
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Se le mie mani fossero un dono
per elevarmi dal suolo
Se davvero avessi un cuore ti amerei
SE AVESSI UN CUORE - ANNALISA
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
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