L'amore, se autentico, è fatto anche di stima e di rispetto, di fiducia e di riconoscimento reciproco. Non è possibile amare davvero qualcuno in cui non si vedano che difetti e non si riconoscano né doni e né qualità.
Se è possibile amare pur non condividendo ciò che l'altro fa, è impossibile amare disprezzando tutto ciò che l'altro è.
"Voi siete il sale... Voi siete la luce..."! La dignità che ci viene riconosciuta da Gesù è la naturale conseguenza del suo immenso amore. Egli ha stima di noi, ci chiama a collaborare con Lui all'opera della salvezza.
Proprio per questo non ci ha chiamato servi, ma amici (cfr. Gv 15,15) e ci ritiene capaci di condividere il suo stesso desiderio: promuovere la vita di ciascuno fino a portarla a pienezza.
Proprio come la luce, che non è chiamata ad accecare, ma fa risaltare la bellezza che c'è e che troppe volte resta offuscata dalle tenebre del male. Come il sale, che non può essere insipido e insignificante, ma non deve neanche prendere il sopravvento, altrimenti rischia di coprire ogni altro sapore e rovinare anche le pietanze più prelibate. Così anche noi siamo chiamati ad esserci sempre, ma come sale e luce, capaci di operare anche quando ci si dimentica della loro presenza, per riconoscere, promuovere ed esaltare il bene che c'è su questa terra, in questo mondo.
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C'è ancora il suo sapore qui con me
ANIMA MIA - I CUGINI DI CAMPAGNA
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
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