"Chi la fa l'aspetti". Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione. Se viene inferto un male non ci si potrà aspettare che di ricevere altrettanto. Sembra non ci sia nulla di più "naturale". In fondo, i bambini fanno proprio così: al compagno che gli dà uno spintone sono pronti a restituirlo; alla prima offesa o presa in giro saranno lesti a ripagare con la stessa moneta.
Se questa è la "natura delle cose", allora pare non ci possa essere nessuna via di uscita. Una volta innescata la catena del male, non si potrà più tornare indietro. Ma sposare questa logica significa rassegnarsi ad una triste realtà: il male esiste e chiama altro male. Quindi non soltanto si ripeteranno situazioni di violenza, lotte e ingiustizie, ma rischieranno di crescere esponenzialmente di numero e intensità.
Fare propri questi ragionamenti diventa però estremamente comodo. Posso infatti giustificare le mie mancanze di pazienza, di carità, di umiltà, la mia incapacità di perdonare argomentando che l'accaduto non dipende da me: "non ho iniziato io!". Ci sentiamo migliori e ci poniamo dalla parte della ragione perché riteniamo che siano stati altri a dare avvio a questo gioco perverso: "ha iniziato lui!".
Gesù ci invita a cambiare completamente prospettiva, ad invertire la tendenza. Se pensiamo che il male sia capace di provocare altro male, a maggior ragione dovremmo credere che il bene abbia in sé una forza tale da poter scardinare le logiche del peccato e generare altro bene, dando vita ad un processo virtuoso che può contagiare il mondo intero. Se invece non ci crediamo allora qualche domanda sulla nostra fede dovremmo pur farcela.
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Più egoista su quel che do.
Sarà troppo il male che ti farò
OCCHIO PER OCCHIO - ANNA TATANGELO
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
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