Passa ai contenuti principali

Nella tempesta - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

“Ma chi me l’ha fatto fare?”. Non so voi, ma io me lo sono chiesto un’infinità di volte, soprattutto quando mi sono cacciato in situazioni complicate e difficili da gestire. Mi è capitato perfino dopo aver provato a organizzare ogni cosa nei minimi dettagli, valutando i pro e i contro, i costi e i benefici a cui andavo incontro. E così ho imparato che, malgrado la pretesa di calcolare e programmare tutto nei minimi dettagli,  la vita spariglia le carte e sovverte i pronostici, in un modo o nell’altro insomma ci sorprende e ci spiazza sempre.

Quando succede ci ritroviamo come su un ring, messi all’angolo, sperimentiamo tutta l fatica e la difficoltà di subire gli assalti della vita, provando affannosamente a pararne i colpi senza purtroppo riuscire a prevederne né la direzione, né l’intensità. Allora c’è chi si fa prendere dall’istinto di addossare la responsabilità di quel disastro ad altri e chi invece si prende tutte le colpe.

Stavolta però non c'è alcun dubbio, il colpevole è lì, sotto gli occhi di tutti. È stato Gesù a chiedere ai discepoli di intraprendere quella traversata, di “navigare nel buio” e dirigersi verso l'altra riva. Proprio lui, che ora se ne  sta “a poppa, sul cuscino”, a dormire. Stavolta avevano messo da parte dubbi e perplessità, avevano accolto il suo invito senza opporre resistenze (finalmente… direbbe qualcuno). Eppure qualcosa non è andato per il verso giusto. Non l'avessero mai fatto! Proprio per aver ascoltato quella parola, ora si ritrovano in mezzo ai casini, sul punto di perdere tutto, perfino la propria vita. 

Chi di noi non riesce a immaginare e condividere l'ansia e l'agitazione che prendono il sopravvento nell'animo dei discepoli. Erano partiti con le migliori intenzioni, avevano assecondato Gesù, e ora tutto sembra andare per il verso storto. Fa davvero rabbia trovare ostacoli e difficoltà, rischiare di rimetterci di tasca propria o, addirittura, essere sul punto di perdere tutto, quando si parte per fare qualcosa di buono. Per di più i discepoli non soltanto si trovano in una situazione di pericolo, di grande difficoltà, ma sembrano dover fare i conti con una triste realtà: proprio Colui che li aveva invitati a compiere quell'impresa adesso sembra venire meno, è il primo a tirarsi fuori da quella situazione. Mentre gli altri lottano disperatamente per evitare il disastro, Lui riposa beato.

Certo può succedere a tutti di dare un consiglio sbagliato, di provare una strada che poi si rivela un vicolo cieco, di incominciare un cammino e di trovarsi travolti dagli imprevisti. Evidentemente non era stata un'idea brillante compiere quella traversata di notte, quando si sa che le acque sono agitate dai venti. Ma quello che proprio non si può tollerare è che, dopo aver esortato gli altri e aver deciso cosa fare, qualcuno dica: “armiamoci e partite!”.

“Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?»”. Ma siamo davvero certi di essere perduti quando i nostri progetti vanno in frantumi e i nostri calcoli si rivelano completamente errati? Pensiamo davvero che quando il nostro cammino è incerto e incontra ostacoli, quando ciò che vorremmo non si realizza, significa che Dio non si interessa della nostra condizione e noi abbiamo sbagliato tutto? Siamo davvero certi di essere in possesso della ricetta perfetta per rendere bella la nostra vita? In verità, a me sembrerebbe che la storia, la nostra e quella dell’umanità, ci abbia più volte smentito su questa assurda pretesa. Molto spesso è stato proprio quello che abbiamo scelto e voluto a tutti i costi, quello per cui abbiamo fatto carte false, a renderci infelici, inquieti, insoddisfatti. Quante nostre scelte cambieremmo, senza pensarci su due volte, se solo si potesse tornare indietro.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’intervento di Gesù viene a svelare ciò che gli occhi non vedono, ciò che la paure hanno nascosto. In mezzo a quella tempesta i discepoli non sono lasciati in balia delle onde, ma sono custoditi da Colui che, attraverso la tempesta, li sta guidando verso “l’altra riva”. Perché chiedere a Gesù “dove sei?” o “non ti importa?” quando le onde della vita “si infrangono su di noi”? Egli è lì, proprio su quella barca. Se ci perderemo, anche lui sarà perduto insieme con noi. Ma lui non permetterà che neanche uno di noi vada perduto (cfr. Gv 17,12). È per questo che sarà Lui ad accettare di perdersi per salvare altri sulla croce, di donare la propria vita per noi, al posto nostro. Di uno così ci si può davvero fidare, anche quando infuria la tempesta. “Anche se penserai che non è poetica”, non è tutta rose e fiori, “questa vita ci ha sorriso”.           

_______________

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 4,35-41

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

________________

Poetica

Cesare Cremonini

 https://youtu.be/e3tqZtXsQH4

 

Anche quando poi saremo stanchi
Troveremo il modo per
Navigare nel buio
E tanto è facile
Abbandonarsi alle onde
Che si infrangono su di noi

Dimmi dove sei
Vorrei parlarti
di tutte quelle cose che
Ho mandato già in fumo
Colpa della solitudine
Non l'ho mai detto a nessuno
A nessuno tranne che a te

Questa sera sei bellissima
Se lo sai che non è finita abbracciami

E anche quando poi saremo stanchi
Troveremo il modo per
Navigare nel buio
E tanto è facile
Abbandonarsi alle onde
Che si infrangono su di noi

Dimmi come stai
Perché non parli?
Ora tienimi con te
La tua mano nel buio
Chiarisce la mia solitudine
Non l'ho mai chiesto a nessuno
A nessuno, tranne che a te

Questa sera sei bellissima
Se lo sai che non è finita abbracciami
Anche se penserai che non è poetica
Questa vita ci ha sorriso e lo sai
Non è mai finita abbracciami

Abbracciami
Abbracciami

Troveremo il modo anche quando poi saremo stanchi




Commenti

Post popolari in questo blog

Ci sono reti da gonfiare e altre da lasciare - III DOMENICA DEL TERMPO ORDINARIO (ANNO B)

Se sei un calciatore sai che ogni partita è fondamentale e se vuoi vincere il campionato non puoi snobbarne neanche una, perché ogni vittoria vale tre punti. Eppure non tutti gli incontri hanno la stessa importanza. Pensa a un derby o al match contro la tua rivale storica… non si tratta certo di una partita come le altre. Potremmo considerarla la sfida delle sfide, quella che aspetti con una trepidazione speciale, per cui ti prepari tutto l’anno perché sai che può cambiare il volto di un’intera stagione. Quel giorno conta davvero poco chi sia il favorito sulla carta o chi si trovi più in alto in classifica. I valori vengono livellati perché conta soprattutto la voglia di farcela e di cogliere al volo quell’occasione. Certe partite non si giocano semplicemente per il gusto di farlo, ma perché sai che devi dare tutto, anche quello che finora non hai mai tirato fuori, perfino quello che credevi di non avere; devi lasciare il cuore sul campo. Non importa quante gare tu abbia già perso,

Rimani solo se ti va - Sabato 24 Aprile

Non c'è niente di scontato o prevedibile, sembra quasi che essere discepoli del Nazareno significhi più di ogni altra cosa accettare di trovarci fuori asse, sbilanciati, correre il rischio di abbandonare le illusorie certezze di un tempo, perderci per poi ritrovarci.  Le parole del Maestro non sono facili da accogliere, appaiono dure agli orecchi di quei discepoli che alzano i tacchi e fanno ritorno alle loro case, smettendo di seguirlo. Sono discorsi spiazzanti anche per gli apostoli, che spesso si troveranno a fraintendere oppure a non capire fino in fondo gli insegnamenti del Maestro.  È una fatica comprensibile. In fondo si tratta di imparare a gustare un cibo totalmente nuovo, differente da quello che siamo abituati a divorare. E sappiamo bene quanto sia facile per noi cedere alla tentazione di ricercare soltanto ciò che è consueto, comodo, di rifugiarci in ciò che ci conferma nelle nostre abitudini.  La domanda che Gesù rivolge ai Dodici non intende semplicemente sottolineare

ALL-IN - Sabato 5 Giugno

Vorrei ma non posso... Viviamo spesso di "se" e di "ma", di rimpianti e recriminazioni. Non soltanto ci capita di sentirci inadeguati rispetto a situazioni che sembrano molto più grandi di noi, ma finiamo per ritenere che altri siano più capaci, più pronti, più attrezzati e quindi possano dare un contributo più rilevante rispetto a quello che potremmo mai offrire noi. A volte ci sembra inutile anche provare; pensiamo che non cambierebbe nulla, ma in realtà non è così. "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno" (Madre Teresa). C'è qualcosa infatti che è sempre possibile a tutti, qualunque siano le condizioni o le circostanze in cui ci troviamo: amare! La povera vedova del vangelo lo sa bene. La miseria le ha insegnato a non fare calcoli, a mettere in gioco quel poco che ha. Trattenere qualcosa per sé non avrebbe alcun senso, non servirebbe a nulla. L'unica strada percor