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Un "errore sulla persona" - Mercoledì 2 Giugno


Avanti un altro! Oggi tocca ai sadducei cercare di mettere in difficoltà Gesù. Quanta pazienza ebbe il Maestro nel tentare di trasformare anche quelle situazioni che nascevano come sterili controversie, in occasioni di annuncio, istruzione, conversione. 

Già voler applicare le nostre logiche, spesso grette e meschine, a questa vita non ci aiuta a comprenderne il senso profondo. Quando poi pretendiamo di pensare con le stesse categorie anche all'eternità allora rischiamo di diventare ridicoli. 

Accade così a quei sadducei che sfidano Gesù presentandogli un caso di scuola, una storiella costruita a tavolino, dal sapore tragicomico. Un caso che enfatizza la realtà fino a snaturarla, che trasuda saccenza e arroganza, e finisce per mettere in ridicolo la loro stessa legge. 

La vita eterna non è soltanto un riflesso o un semplice prolungamento di quella presente. C'è un vero e proprio salto di qualità: dal possesso all'appartenenza, dal prendere all'accogliere, dalla schiavitù alla libertà. 

Non è certo il primo caso in cui Gesù si trova di fronte contestazioni e incomprensioni da parte dei suoi interlocutori. Stavolta però si tratta di un "grave errore". 

Il tema della risurrezione è centrale; se lo si ritiene secondario o addirittura facoltativo di rischia di commette un tragico "errore sulla persona", di credere nel "Dio dei morti" e non nel "Dio dei viventi".

Infatti, "se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede" (1Cor 15,12-14).

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Credere all'eternità è difficile

Basta non pensarci più e vivere

MI SENTO BENE - ARISA

https://youtu.be/wVnXfZa7S8I

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+ Dal Vangelo secondo Marco

Mc 12,18-27


In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».



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