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Un futuro ancora da scrivere - Giovedì 24 Giugno


"Vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre". Non c'era neanche da discutere, nessun dubbio a riguardo. Per i parenti e i vicini di Elisabetta il nome del neonato non poteva che essere Zaccaria.

Nulla di più scontato, come se quella vita appena sbocciata fosse in realtà già segnata prima ancora di vedere la luce. Un futuro già scritto il suo, in cui le attese e le aspettative altrui pesavano come un macigno. Sembrava tutto già stabilito, eppure le cose andarono in maniera molto diversa: «No, si chiamerà Giovanni».

Al tentativo dell'uomo di voler determinare e programmare ogni cosa, fa da contraltare il desiderio di Dio di aprire un'orizzonte più ampio in cui fare verità su noi stessi, affrancandoci da imposizioni e condizionamenti esterni.

Quello che ci viene donato dal Signore è "un nome nuovo", che la sua stessa bocca ha indicato (cfr. Is 62,2).

Egli ci invita a dare un nome alle cose per riconoscerle e prenderne consapevolezza, per accogliere come un dono, non per ingabbiarle in schemi già precostituiti. Ecco perché il nome rivelato dal Signore libera, ci restituisce a noi stessi nell'autenticità. 

Siamo radicati in un passato, in una storia che ci ha preceduto e che non possiamo cambiare, ma solo accogliere e leggere come possibilità e non più come condizionamento. Ma siamo anche protesi verso un futuro che non è già segnato, non è stato deciso da altri, ma è ancora da scrivere. Solo una cosa Dio ha scelto per noi, solo quella ha voluto che fosse già decisa: "come destino avete la vita eterna" (Rm 6,22). 

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Che sarà della mia vita chi lo sa?

So far tutto o forse niente

Da domani si vedrà

E sarà, sarà quel che sarà!

CHE SARÀ - RICCHI E POVERI

https://youtu.be/dkTcQzVPPCU

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+ Dal Vangelo secondo Luca

Lc 1,57-66.80


Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».

Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.



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