"Tommaso... Dov'è Tommaso?". Immagino che Gesù lo abbia ripetuto più volte quella sera, mentre il suo sguardo si posava, uno dopo l'altro, sugli apostoli. Le domande del Maestro li avevano sempre trovati impreparati e anche quella volta non fu diverso. Dopo qualche istante di imbarazzo, qualcuno (forse il solito Pietro) si sarà fatto coraggio e avrà risposto: "assente!".
Ma come? Proprio quella sera? Va bene concedersi un giorno buca di tanto in tanto, ma anche solo pensare di non presentarsi agli appuntamenti che contano è davvero fuori luogo.
Da un certo punto di vista, però, l'assenza di Tommaso non era completamente immotivata. Quella volta l'apostolo non c'era perché prima, nel mattino del primo giorno della settimana, era stato Gesù a non farsi trovare. Un'assenza che, forse, nella testa di Tommaso era del tutto ingiustificata. Quel sepolcro vuoto suscita una domanda fondamentale: "Dov'è Gesù? Che fine ha fatto?". La soluzione all'enigma (per nulla scontata) non può che essere personale: nessuno può rispondere al posto di un altro. E infatti a Tommaso non basta il racconto dei suoi compagni per fugare ogni dubbio.
È già difficile avere a che fare con certe presenze, a volte ingombranti, altre destabilizzanti... Diventa ancora più complicato gestire le assenze, soprattutto quelle di un Dio che non si fa trovare lì dove te lo aspetteresti, mentre decide di mostrarsi dove e quando non crederesti possibile. Ed è così che rischi di essere tu (come accade a Tommaso) quello che alla fine manca all'appuntamento più importante.
Per nostra fortuna, Gesù non fa difficoltà alcuna a giustificare le nostre assenze ed è sempre pronto a tornare, per cercarci fin quando non ci trova, fino a che i nostri dubbi su un Dio che non c'è dove lo vorremmo trovare e si presenta lì dove non lo avremmo mai cercato, non saranno completamente dissolti: «Mio Signore e mio Dio!».
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Ma tu mi manchi, mi manchi, mi manchi,
mi manchi in carne ed ossa
L'ESERCITO DEL SELFIE - TAKAGI & KETRA
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,24-29
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
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