Lungo le rive del mare di Galilea... è proprio lì che Gesù vive alcuni dei momenti più significativi della propria esistenza. È lì che passa, prega, insegna, incontra, osserva, guarisce, libera, chiama... È ancora lì che si reca per trovare uno spazio tutto suo, lì si ferma per concedersi qualche prezioso istante di riflessione. Si mette seduto e respira profondamente, con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte, dove il cielo e il mare sembrano toccarsi, fino a confondersi l'uno con l'altro, l'uno nell'altro.
È un vero e proprio esercizio dello spirito. Contemplando quell'immensa distesa d'acqua, la mente dilata la propria capacità di comprendere, mutano le prospettive, cambiano le proporzioni, i confini diventano più labili. Di fronte alla maestosità del mare, il cuore si accorge di tutta la sua piccolezza, eppure avverte chiaramente dentro di sé una sete di infinito, una nostalgia che niente in questo mondo potrà mai colmare del tutto. Il mare insegna a sognare in grande, educa il desiderio, dischiude orizzonti nuovi. In qualche modo quel mare avrà aiutato anche Gesù a comprende e comprendersi sempre meglio.
È un tempo piccolo, breve, solo qualche momento di solitudine prima che una folla numerosa lo raggiunga. Eppure, malgrado tanta gente gli si raduni attorno, Gesù non si lascia soffocare, non permette che la loro presenza e le loro pressanti richieste lo rinchiudano in un orizzonte limitato.
Accade invece l'esatto contrario; Egli si dispone in modo tale da poter indicare loro lo stesso orizzonte, la stessa ampiezza di sguardo. Il Maestro sale su una barca e da lì inizia a parlare alle folle. Sembra quasi additare una direzione: quella gente, stando sulla spiaggia, non può che rivolgere lo sguardo a Lui e, quindi, al mare.
Quelle parole che descrivono il gesto generoso e carico di fiducia del seminatore non possono che confermare e rendere ancora più esplicito il messaggio: duc in altum! Non vivete in modo meschino e avaro, cercando solo il vostro tornaconto, ma sappiate essere coraggiosi testimoni della speranza, capaci di donare con gratuità, senza calcolo né misura, tenendo sempre aperti il cuore e la mente, certi che quel seme sparso nel vento porterà frutto al tempo opportuno.
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Noi che ci emozioniamo ancora davanti al mare
ANNA VERRÀ - PINO DANIELE
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
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