Passa ai contenuti principali

Il numero imperfetto - Domenica 11 Luglio

 

“Cominciò a mandarli a due a due”. Se il 3 è universalmente riconosciuto come il numero perfetto, potremmo forse considerare il 2 quello più romantico. "Noi due soli contro il mondo", "quando siamo io e te, tutto il resto scompare", "due cuori e una capanna"! Ma non sempre le cose stanno come sembrano, soprattutto quando si tratta di Gesù e del vangelo. 

Dopo un tempo trascorso in una dimensione più intima, soli con il Maestro, è giunto il momento per i discepoli di mettersi in cammino. È con loro che Gesù condivide la missione di portare la buona novella per le strade del mondo; è attraverso di loro che Gesù sceglie di far conoscere l’amore del Padre ad ogni uomo e ad ogni donna.

Niente capanne dunque! Il senso della vita umana e cristiana ha più a che fare con le partenze che con gli arrivi, si comprende molto meglio a partire dagli inizi piuttosto che dai finali. Ai discepoli viene chiesta la disponibilità a mettersi in gioco, a lasciare il certo per l’incerto. Occorre abbandonare la pretesa di azzerare i rischi, di avere sempre un piano B, di lasciarsi aperta una via di fuga. Essere discepoli vuol dire accogliere una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di pensare la vita. 

A noi che continuiamo a desiderare di poter ottenere, prendere, conquistare e trattenere, che viviamo con angoscia l’idea che qualcosa possa turbare quella serenità che ci illudiamo di aver costruito con tanta fatica, Gesù propone un orizzonte totalmente differente, in cui è necessario imparare a ricominciare costantemente da zero, anzi da due.

In effetti, la vita cristiana non è mai un percorso in solitaria; resta sempre un cammino condiviso rispetto al quale il limite, l'incompiutezza, la non-autosufficienza rappresentano elementi costitutivi e, quindi, irrinunciabili. "E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche". 

Nessuna pretesa di bastare a se stessi; quello evangelico è uno stile umile, semplice, povero. È lo stile di Cristo, di chi si consegna fiducioso nelle mani dell'altro, senza farsi bloccare né scoraggiare da un possibile rifiuto. Lo stesso essere inviati "a due a due" dice una compagnia ma rimanda, allo stesso tempo, anche ad una incompiutezza. La perfezione è lontana, ma Dio ha scelto tutt'altra strada per rivelarsi al mondo. Ecco i suoi discepoli: scomodi e imperfetti, ma liberi e coraggiosi;  annunciatori della gioia di essere figli amati.

______

Perché siamo due destini che si uniscono, 

stretti in un istante solo, 

che segnano un percorso profondissimo

dentro di loro

DUE DESTINI - TIROMANCINO

https://youtu.be/8VzPxNdP6MA

_____

+ Dal Vangelo secondo Marco

Mc 6,7-13


In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.

E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.



Commenti

Post popolari in questo blog

Ci sono reti da gonfiare e altre da lasciare - III DOMENICA DEL TERMPO ORDINARIO (ANNO B)

Se sei un calciatore sai che ogni partita è fondamentale e se vuoi vincere il campionato non puoi snobbarne neanche una, perché ogni vittoria vale tre punti. Eppure non tutti gli incontri hanno la stessa importanza. Pensa a un derby o al match contro la tua rivale storica… non si tratta certo di una partita come le altre. Potremmo considerarla la sfida delle sfide, quella che aspetti con una trepidazione speciale, per cui ti prepari tutto l’anno perché sai che può cambiare il volto di un’intera stagione. Quel giorno conta davvero poco chi sia il favorito sulla carta o chi si trovi più in alto in classifica. I valori vengono livellati perché conta soprattutto la voglia di farcela e di cogliere al volo quell’occasione. Certe partite non si giocano semplicemente per il gusto di farlo, ma perché sai che devi dare tutto, anche quello che finora non hai mai tirato fuori, perfino quello che credevi di non avere; devi lasciare il cuore sul campo. Non importa quante gare tu abbia già perso,

Rimani solo se ti va - Sabato 24 Aprile

Non c'è niente di scontato o prevedibile, sembra quasi che essere discepoli del Nazareno significhi più di ogni altra cosa accettare di trovarci fuori asse, sbilanciati, correre il rischio di abbandonare le illusorie certezze di un tempo, perderci per poi ritrovarci.  Le parole del Maestro non sono facili da accogliere, appaiono dure agli orecchi di quei discepoli che alzano i tacchi e fanno ritorno alle loro case, smettendo di seguirlo. Sono discorsi spiazzanti anche per gli apostoli, che spesso si troveranno a fraintendere oppure a non capire fino in fondo gli insegnamenti del Maestro.  È una fatica comprensibile. In fondo si tratta di imparare a gustare un cibo totalmente nuovo, differente da quello che siamo abituati a divorare. E sappiamo bene quanto sia facile per noi cedere alla tentazione di ricercare soltanto ciò che è consueto, comodo, di rifugiarci in ciò che ci conferma nelle nostre abitudini.  La domanda che Gesù rivolge ai Dodici non intende semplicemente sottolineare

ALL-IN - Sabato 5 Giugno

Vorrei ma non posso... Viviamo spesso di "se" e di "ma", di rimpianti e recriminazioni. Non soltanto ci capita di sentirci inadeguati rispetto a situazioni che sembrano molto più grandi di noi, ma finiamo per ritenere che altri siano più capaci, più pronti, più attrezzati e quindi possano dare un contributo più rilevante rispetto a quello che potremmo mai offrire noi. A volte ci sembra inutile anche provare; pensiamo che non cambierebbe nulla, ma in realtà non è così. "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno" (Madre Teresa). C'è qualcosa infatti che è sempre possibile a tutti, qualunque siano le condizioni o le circostanze in cui ci troviamo: amare! La povera vedova del vangelo lo sa bene. La miseria le ha insegnato a non fare calcoli, a mettere in gioco quel poco che ha. Trattenere qualcosa per sé non avrebbe alcun senso, non servirebbe a nulla. L'unica strada percor