“Cominciò a mandarli a due a due”. Se il 3 è universalmente riconosciuto come il numero perfetto, potremmo forse considerare il 2 quello più romantico. "Noi due soli contro il mondo", "quando siamo io e te, tutto il resto scompare", "due cuori e una capanna"! Ma non sempre le cose stanno come sembrano, soprattutto quando si tratta di Gesù e del vangelo.
Dopo un tempo trascorso in una dimensione più intima, soli con il Maestro, è giunto il momento per i discepoli di mettersi in cammino. È con loro che Gesù condivide la missione di portare la buona novella per le strade del mondo; è attraverso di loro che Gesù sceglie di far conoscere l’amore del Padre ad ogni uomo e ad ogni donna.
Niente capanne dunque! Il senso della vita umana e cristiana ha più a che fare con le partenze che con gli arrivi, si comprende molto meglio a partire dagli inizi piuttosto che dai finali. Ai discepoli viene chiesta la disponibilità a mettersi in gioco, a lasciare il certo per l’incerto. Occorre abbandonare la pretesa di azzerare i rischi, di avere sempre un piano B, di lasciarsi aperta una via di fuga. Essere discepoli vuol dire accogliere una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di pensare la vita.
A noi che continuiamo a desiderare di poter ottenere, prendere, conquistare e trattenere, che viviamo con angoscia l’idea che qualcosa possa turbare quella serenità che ci illudiamo di aver costruito con tanta fatica, Gesù propone un orizzonte totalmente differente, in cui è necessario imparare a ricominciare costantemente da zero, anzi da due.
In effetti, la vita cristiana non è mai un percorso in solitaria; resta sempre un cammino condiviso rispetto al quale il limite, l'incompiutezza, la non-autosufficienza rappresentano elementi costitutivi e, quindi, irrinunciabili. "E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche".
Nessuna pretesa di bastare a se stessi; quello evangelico è uno stile umile, semplice, povero. È lo stile di Cristo, di chi si consegna fiducioso nelle mani dell'altro, senza farsi bloccare né scoraggiare da un possibile rifiuto. Lo stesso essere inviati "a due a due" dice una compagnia ma rimanda, allo stesso tempo, anche ad una incompiutezza. La perfezione è lontana, ma Dio ha scelto tutt'altra strada per rivelarsi al mondo. Ecco i suoi discepoli: scomodi e imperfetti, ma liberi e coraggiosi; annunciatori della gioia di essere figli amati.
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Perché siamo due destini che si uniscono,
stretti in un istante solo,
che segnano un percorso profondissimo
dentro di loro
DUE DESTINI - TIROMANCINO
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+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
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