Passa ai contenuti principali

Passione e compassione - Domenica 18 Luglio


Testa bassa e padalare! Siamo ormai abituati a pensare che sia questo il modo più efficace per raggiungere i nostri obiettivi. E allora continuiamo a procedere spediti per la nostra strada senza guardare in faccia nessuno, anzi, finendo per considerare gli altri semplicemente come dei fastidiosi contrattempi, se non addirittura come ostacoli da agirare con destrezza per evitare che possano rallentare o impedire la realizzazione dei nostri progetti. 

Al nostro modo di guardare il prossimo (superficiale, distratto e talvolta infastidito), Gesù contrappone uno sguardo completamente differente: appassionato e compassionevole.

Noi riempiamo le nostre giornate di passioni effimere, che bruciano in fretta e si consumano senza lasciare null'altro che il retrogusto amaro della fatica e dell'amarezza. Viviamo di facili entusiasmi e di ancor più facili delusioni. 

Il cuore di Dio, invece, è animato da una passione inesauribile: quella per ogni uomo e per ogni donna. Ecco spiegato il significato delle parole che leggiamo nella Scrittura: "misericordia io voglio e non sacrifici" (Mt 12,7) e ancora "io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva" (cfr Ez 33,11). 

A differenza nostra, Dio non ha nessuna intenzione di sacrificare qualcuno pur di realizzare i propri progetti, ma è sempre pronto a cambiare i piani per amore dei suoi figli, di tutti e di ciascuno. 

È ciò che fa Gesù stesso. Era partito per sostare in un luogo deserto con i suoi e si ritrova sommerso dalla gente. Mentre noi immaginiamo che il Figlio di Dio abbia già risposte definitive e soluzioni preconfezionate, il Vangelo testimonia il fatto che Egli è pronto a lasciarsi interpellare dalla vita, con i suoi imprevisti e le sue "emergenze". È capace di mettersi sulla stessa lunghezza d'onda di coloro che incontra, dai discepoli alla folla, e si pone in sintonia con la storia di ciascuno, ricalibrando scelte, decisioni e programmi.

La compassione di Gesù affonda le sue radici in una premessa necessaria: l'appartenenza. Solo se riconosco che l'altro è parte di me posso guardarlo e accoglierlo con gli stessi sentimenti di Cristo, e così servirlo "non per forza, ma volentieri" (1Pt 5,2). Solo in questo modo potrò scoprire che prendermi cura degli altri significa, allo stesso tempo, curarmi di me.


_____

Ma visto che un poco di lui alberga anche in me

mi prenderò cura di lui per curarmi di me

MIO FRATELLO ALESSANDRO - BRUNORI SAS

https://youtu.be/t9CpX5gmgJQ

______

+ Dal Vangelo secondo Marco

Mc 6,30-34


In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.



Commenti

Post popolari in questo blog

Rimani solo se ti va - Sabato 24 Aprile

Non c'è niente di scontato o prevedibile, sembra quasi che essere discepoli del Nazareno significhi più di ogni altra cosa accettare di trovarci fuori asse, sbilanciati, correre il rischio di abbandonare le illusorie certezze di un tempo, perderci per poi ritrovarci.  Le parole del Maestro non sono facili da accogliere, appaiono dure agli orecchi di quei discepoli che alzano i tacchi e fanno ritorno alle loro case, smettendo di seguirlo. Sono discorsi spiazzanti anche per gli apostoli, che spesso si troveranno a fraintendere oppure a non capire fino in fondo gli insegnamenti del Maestro.  È una fatica comprensibile. In fondo si tratta di imparare a gustare un cibo totalmente nuovo, differente da quello che siamo abituati a divorare. E sappiamo bene quanto sia facile per noi cedere alla tentazione di ricercare soltanto ciò che è consueto, comodo, di rifugiarci in ciò che ci conferma nelle nostre abitudini.  La domanda che Gesù rivolge ai Dodici non intende semplicemente so...

ALL-IN - Sabato 5 Giugno

Vorrei ma non posso... Viviamo spesso di "se" e di "ma", di rimpianti e recriminazioni. Non soltanto ci capita di sentirci inadeguati rispetto a situazioni che sembrano molto più grandi di noi, ma finiamo per ritenere che altri siano più capaci, più pronti, più attrezzati e quindi possano dare un contributo più rilevante rispetto a quello che potremmo mai offrire noi. A volte ci sembra inutile anche provare; pensiamo che non cambierebbe nulla, ma in realtà non è così. "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno" (Madre Teresa). C'è qualcosa infatti che è sempre possibile a tutti, qualunque siano le condizioni o le circostanze in cui ci troviamo: amare! La povera vedova del vangelo lo sa bene. La miseria le ha insegnato a non fare calcoli, a mettere in gioco quel poco che ha. Trattenere qualcosa per sé non avrebbe alcun senso, non servirebbe a nulla. L'unica strada percor...

La parola migliore è quella non detta - VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)

Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Di fronte alle accuse, all'ingiustizia e alla meschinità di quegli uomini, decise che era giunto il momento di mettere a tacere le parole e rimanere in silenzio. Mentre Pilato lo interrogava e le folle gridavano sempre più forte, mentre si alzava la voce dei capi del suo stesso popolo che volevano a tutti i costi ottenere quella condanna, la più ingiusta che la storia dell'umanità abbia mai conosciuto, non disse più alcuna parola. Quanto pesa questo silenzio, quanto ci scandalizza il silenzio di un Dio che non strepita né urla di fronte al male, che non si scaglia con violenza contro l'ingiustizia, che sembra non combattere per opporsi alla crudeltà e pare scegliere invece di deporre le armi. Ancora oggi il silenzio di Dio di fronte al grido di dolore di un'umanità oppressa dal male, sfinita, confusa e disorienta...