Come immaginare una condizione migliore? Quale ruolo potrebbe essere più desiderabile? Saremmo disposti a fare carte false pur di trovarci al posto di Erode e così essere il re, il capo, colui che, libero da ogni condizionamento, detta le regole del gioco e a cui tutti gli altri devono obbedienza.
Il vangelo però ci insegna che non sempre le cose stanno come sembra e scopriamo, così, che gli esperti di libertà sono altri.
Gesù, più di chiunque altro, è stato un uomo profondamente libero. Non si è lasciato condizionare dalle attese dei suoi parenti (che erano arrivati a ritenerlo "fuori di sé"), né da quelle della folla (che, un istante dopo averlo osannato, era pronta a girargli le spalle quando le sue parole o i suoi atteggiamenti risultavano troppo duri ed esigenti). Non si è scoraggiato neanche di fronte all'ostilita dei capi del popolo, tanto meno davanti all'incomprensione e all'abbandono dei suoi stessi discepoli.
Ha vissuto da uomo libero anche Giovanni Battista, che è stato profeta con le parole e con la vita, che ha pagato a caro prezzo la scelta di non tacere la verità, ma di proclamarla a voce alta anche mettendosi contro i poteri forti del tempo.
Per conservare quella libertà, anzi per viverla in pienezza, entrambi hanno compiuto scelte radicali, hanno ricercato stili di vita che definire controcorrente sarebbe un eufemismo.
La preoccupazione di Erode era ben altra. Pur di preservare il suo potere, per cercare anzi di rafforzarlo e consolidarlo, era disposto a tutto, perfino a rinnegare se stesso. Egli che avrebbe potuto essere libero da tutto a da tutti, viene messo sotto scacco e si ritrova schiavo di logiche stupide e disumane.
Pur di non perdere la faccia davanti ai suoi commensali, per non perdere il loro consenso, è disposto a macchiarsi di un crimine abominevole, a compiere addirittura ciò che lo rattrista profondamente. La sua non è soltanto un'occasione, ma una vita sprecata. Egli baratta la propria libertà con il potere e così condanna se stesso all'infelicità e al fallimento.
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Fino a ieri credevo fossi un re
PERDERE L'AMORE - MASSIMO RANIERI
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,1-12
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
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