Era un giorno come tanti altri, un sabato qualunque... per i farisei nulla era cambiato. Chissà quante altre volte Gesù era già passato di lì, chissà quali parole aveva pronunciato, quanti gesti di misericordia e di tenerezza aveva compiuto.
Per alcuni era bastato anche solo uno sguardo del Maestro perché tutto cambiasse, per leggere la propria esistenza sotto una luce nuova. Per altri, invece, non c'era stato nulla da fare; i loro cuori pieni di orgoglio si erano mostrati impermeabili persino alla buona novella.
Sembra paradossale, ma nel giorno dedicato al Signore non c'era più spazio per Lui, per accogliere uno stile differente che rendesse ragione del senso della norma e non soltanto della suo lettera.
E così un gesto estremamente semplice e spontaneo, come quello compiuto dai discepoli, è sufficiente a suscitare un polverone di polemiche, perché contiene in sé una forza straordinaria.
Ciò che per i farisei resta soltanto una trasgressione della legge, diventa invece il segno che rivela l'inizio di un tempo nuovo, in cui scopriamo che Dio non mette mai la legge al di sopra della persona, che ogni norma ha la sua ragion d'essere proprio nel bene dell'uomo e mai nella difesa di qualche principio fine a se stesso.
Ci ricorda anche che Dio si fa presente e ci interpella proprio in questa storia, parla attraverso la nostra fame, nelle concrete situazioni della vita che ci mettono di fronte a imprevisti e urgenze che sono molto più di fastidiosi incidenti di percorso.
Ma soprattutto, ci fa comprendere che quando si vive alla presenza del Signore nessun giorno è uguale a un altro, non ci si può accontentare di formalità che hanno ormai smarrito la capacità di svelarci il senso delle cose, non ci si può più rifugiare nel "Si è sempre fatto così".
Questo non è un sabato qualunque; è il giorno del Signore!
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E sembra un sabato qualunque
UN SABATO ITALIANO - SERGIO CAPUTO
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,1-8
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
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