Ma dove sarà finito? Dove si è cacciato Gesù? È davvero strano che un Dio perennemente alla ricerca dell'uomo finisca spesso per sfuggire, quasi nascondersi, o quantomeno per allontanarsi dalle folle che lo reclamano.
Di certo Gesù non aveva davvero intenzione di non farsi più trovare, tanto è vero che poi, quando coloro che lo cercano riescono a scovarlo, si intrattiene con loro, li guarda con benevolenza e si commuove al constatare che sono "come pecore senza pastore" (Mc 6,34).
Il suo atteggiamento pare allora rispondere ad una logica precisa. Il fatto in sé che le folle lo reclamino e si mettano sulle sue tracce non basta. Cercare Gesù non è sufficiente, occorre comprendere qual è la motivazione della ricerca.
Le parole di Gesù svelano immediatamente l'arcano: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».
La differenza, insomma, non la fanno i fatti nudi e crudi ma il loro significato, il senso che in essi noi siamo capaci o meno di riconoscere. Non è raro, infatti, che lo stesso episodio provochi sconforto e disperazione nella vita di alcuni (per i quali viene letto come una sconfitta irreparabile), e segni un nuovo inizio accompagnato da una profonda volontà di riscatto nell'esistenza di altri.
In effetti, Gesù ha compiuto un gran miracolo, un segno straordinario, che tuttavia viene completamente frainteso. Quella gente, insomma, è semplicemente in crisi di astinenza. Nonostante ciò, Gesù non è deluso dalla loro incomprensione (in fondo, non avevano capito molto neanche i suoi discepoli). Egli sa bene che quella è un'occasione propizia per educare il loro desiderio e orientarlo non verso un cibo che perisce, ma verso quello che rimane per l'eternità. Alcuni si lasceranno educare, molti altri no.
Dovremmo provare a domandarci se anche noi cerchiamo il Signore in modo strumentale, per appagare i nostri bisogni e placare la nostra fame; se stiamo semplicemente cercando qualcuno che metta una pezza sugli strappi della nostra vita, oppure uno che la rinnovi completamente.
______
Jámmola a truvá...
Sù, facciamo presto.
DOVE STA ZAZÀ - GABRIELLA FERRI
______
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Commenti
Posta un commento