Dieci ragazze pronte a far festa e uno sposo ritardatario. Magari sarà capitato anche a voi di ritrovarvi intrappolati in quei matrimoni che si trasformano, ben presto, in una vera e propria odissea. Ritardi infiniti, celebrazioni che si trascinano stanche nelle ore più calde del giorno, interminabili attese al ristorante col buffet in bella vista ma con i camerieri a fare la guardia, per impedire a chiunque di assaggiare qualcosa prima dell'arrivo dei festeggiati.
Come non comprendere, quindi, la stanchezza di quelle vergini che finiscono per addormentarsi a causa della lunga attesa; come non giustificare quelle cinque che, all'arrivo dello sposo, si accorgono di non avere il necessario, di aver dimenticato qualcosa di importante.
Tuttavia, quella che ad alcuni potrebbe sembrare soltanto una banale disattenzione, una semplice imprudenza, si rivela un errore imperdonabile.
Mentre le vergini sagge, "insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi", le compagne si ritrovarono impreparate. Anche il loro tentativo di approfittare della saggezza delle sagge o di correre ai ripari all'ultimo momento si rivela inutile. La porta resta chiusa... ma nulla cambierebbe, ormai, anche se si aprisse.
A poco servirebbe varcare quella soglia: fuori o dentro quelle cinque vergini, che il vangelo definisce stolte, resterebbero delle illustri sconosciute, delle semplici "imbucate" alla grande festa. Non si erano preparate per quell'appuntamento così importante, non avevano avuto attenzione e riguardo per lo sposo, non avevano curato i dettagli, non erano state capaci di gesti di premurosa attenzione. Con quale faccia si presentavano adesso?
Altro è essere presenti alla festa, altro è partecipare alla gioia dello sposo.
Quanti "estranei" attraversano le nostre vite; quante presenze occupano spazio e tempo senza davvero essere "con noi"; quanti affollano le nostre feste e brindano alla nostra felicità, ma né prima né dopo sono capaci di un gesto di attenzione nei nostri confronti.
Quante volte anche noi siamo così con i nostri fratelli, pronti a "imbucarci" nei grandi appuntamenti per godere della festa, ma incapaci di prossimità e attenzione nella quotidianità. Quante volte facciamo lo stesso anche con il Signore. Che non ci accada di trovarci senza olio, che non ci vengano rivolte quelle terribili parole: “in verità io vi dico: non vi conosco”.
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È inutile suonare qui non vi aprirà nessuno
SOLI - ADRIANO CELENTANO
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
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