Passa ai contenuti principali

Imbucati alla festa - Lunedì 9 Agosto


Dieci ragazze pronte a far festa e uno sposo ritardatario. Magari sarà capitato anche a voi di ritrovarvi intrappolati in quei matrimoni che si trasformano, ben presto, in una vera e propria odissea. Ritardi infiniti, celebrazioni che si trascinano stanche nelle ore più calde del giorno, interminabili attese al ristorante col buffet in bella vista ma con i camerieri a fare la guardia, per impedire a chiunque di assaggiare qualcosa prima dell'arrivo dei festeggiati. 

Come non comprendere, quindi, la stanchezza di quelle vergini che finiscono per addormentarsi a causa della lunga attesa; come non giustificare quelle cinque che, all'arrivo dello sposo, si accorgono di non avere il necessario, di aver dimenticato qualcosa di importante.

Tuttavia, quella che ad alcuni potrebbe sembrare soltanto una banale disattenzione, una semplice imprudenza, si rivela un errore imperdonabile. 

Mentre le vergini sagge, "insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi", le compagne si ritrovarono impreparate. Anche il loro tentativo di approfittare della saggezza delle sagge o di correre ai ripari all'ultimo momento si rivela inutile. La porta resta chiusa... ma nulla cambierebbe, ormai, anche se si aprisse.

A poco servirebbe varcare quella soglia: fuori o dentro quelle cinque vergini, che il vangelo definisce stolte, resterebbero delle illustri sconosciute, delle semplici "imbucate" alla grande festa. Non si erano preparate per quell'appuntamento così importante, non avevano avuto attenzione e riguardo per lo sposo, non avevano curato i dettagli, non erano state capaci di gesti di premurosa attenzione. Con quale faccia si presentavano adesso? 

Altro è essere presenti alla festa, altro è partecipare alla gioia dello sposo. 

Quanti "estranei" attraversano le nostre vite; quante presenze occupano spazio e tempo senza davvero essere "con noi"; quanti affollano le nostre feste e brindano alla nostra felicità, ma né prima né dopo sono capaci di un gesto di attenzione nei nostri confronti.

Quante volte anche noi siamo così con i nostri fratelli, pronti a "imbucarci" nei grandi appuntamenti per godere della festa, ma incapaci di prossimità e attenzione nella quotidianità. Quante volte facciamo lo stesso anche con il Signore. Che non ci accada di trovarci senza olio, che non ci vengano rivolte quelle terribili parole: “in verità io vi dico: non vi conosco”.

______

È inutile suonare qui non vi aprirà nessuno

SOLI - ADRIANO CELENTANO

https://youtu.be/yY-uzK71U-w

______

+ Dal Vangelo secondo Matteo 

Mt 25,1-13


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».



Commenti

Post popolari in questo blog

UNA CONOSCENZA PERSONALE -Giovedì 17 Febbraio 2022

Gesù continua a porre domande ai suoi discepoli. Vuole aiutarli a lasciare emergere dubbi e certezze, attese e paure… insomma tutto quanto abita i loro cuori. Quei pensieri hanno bisogno di venire alla luce per essere purificati, cioè guardati con chiarezza e, quindi, verificati. La domanda di oggi è chiara e diretta: «Ma voi, chi dite che io sia?». Non è un caso che a rispondere sia Pietro, proprio colui il quale più tardi affermerà: «Non conosco quest'uomo» (Mc 14,71). Lo stesso a cui, infine, il Maestro chiederà: «Mi ami?» (Gv 21,15). Ma non era ancora quello il tempo per una domanda tanto impegnativa. Non si può amare chi non si conosce davvero. Non è un caso, infatti, che spesso l’amore entri in crisi (e per qualcuno addirittura svanisca all’improvviso) quando si scoprono aspetti inediti delle persone che ci stanno accanto e si finisce per pensare di non conoscerle affatto. Ma quali sono i passaggi da effettuare, quali gli elementi fondamentali che è necessario acquisire p...

E la strada si apre… - Sabato 1 Gennaio 2022

"Senza indugio"... non ebbero alcuna esitazione. Come invidio la prontezza dei pastori... come vorrei poter avere lo stesso "coraggio di andare", quello che a me più di una volta fa difetto.   Sarà che i cuori semplici sono anche più leggeri e fanno meno fatica a mettersi in moto, mentre io mi ritrovo troppo spesso ad essere eccessivamente appesantito dagli affanni di questa vita  (cf Lc 21,34); sarà che chi è allenato a vegliare vive costantemente proteso verso la novità, mentre io mi accontento ben volentieri di "salvare il salvabile", di mettere qualche toppa su un vestito ormai logoro (cf Mt 9,16), finendo per guardare con nostalgia al passato e con angoscia al futuro... sta di fatto che di fronte a un cammino da iniziare mi ritrovo sempre incerto, mi perdo in congetture e tentennamenti, sperimento continui ripensamenti e retromarce. Cosa potrebbe farmi uscire da quest'impasse? Cosa potrebbe donarmi la giusta spinta per intraprendere il viaggio? Qu...

Dove il mare finisce - Giovedì 21 Gennaio

Ci sorprende e ci spiazza questo Gesù che sembra volersi in qualche modo ritrarre dalla folla, che tenta di aprirsi una via di fuga per non restarne schiacciato. Lui che si presenterà come il pane disceso dal cielo e sarà pronto a donare la vita, ora pare voler mettere un argine alla foga di quella gente. Come mai?  Sappiamo già che il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo, eppure non smettiamo di volerlo confinare dentro schemi angusti e mortificanti da cui Egli continua a smarcarsi.  Corriamo il rischio di essere anche noi tra la folla che lo cerca insistentemente perché vuole una risposta immediata alla sua fame, vuole essere sollevata da ogni fatica. Guarda a Gesù quasi fosse un distributore automatico di prodigi e consolazioni, in cui inserire la monetina della richiesta e poi, dopo aver ricevuto il necessario, andar via per ripresentarsi solo al momento opportuno. Il Maestro invece ci invita a passare dalla logica della soddisfazione del bisogno all'orizzonte del d...