È sempre troppo presto, oppure troppo tardi! Sembra che, nella nostra vita, le cose non accadano mai al momento giusto.
Ci pare spesso troppo presto per intraprendere una strada nuova, per dare fiducia ad una persona, per fare una scelta definitiva che ci impegni per la vita.
Sembra, invece, che sia sempre troppo tardi per rimediare agli errori del passato o per cambiare rotta, per chiedere scusa a chi abbiamo ferito o per perdonare quelli che ci hanno deluso, per ricominciare da capo dopo l'ennesimo fallimento o per rimettere insieme i pezzi di relazioni andate in frantumi.
Per Gesù, invece, non è mai né troppo presto, né troppo tardi. Che sia l'alba o il tramonto, che ci lasciamo incontrare da Lui alle nove del mattino, a mezzogiorno o alle tre del pomeriggio, non fa alcuna differenza. È sempre il momento opportuno per rivolgerci il suo invito: “Andate anche voi nella vigna”.
Egli è capace di riconoscere il nostro entusiasmo della prima ora, di accogliere desideri e progetti per orientarli verso il vero bene. Ma è anche pronto a farsi carico dei fallimenti e delle fatiche di fine giornata, delle aspettative deluse e dei sogni infranti per trasformarli in qualcosa di radicalmente nuovo.
Non lasciamo che il timore per ciò che potrebbe accadere o la delusione per ciò che è stato ci blocchino; non permettiamo che la gelosia o l'invidia per quello che accade nella vita degli altri prendano in sopravvento. Anche ora Gesù sta passando nella nostra vita e ciò significa che è proprio questo il momento giusto; non è né troppo presto, né troppo tardi.
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Voglio una vita che non è mai tardi
VITA SPERICOLATA - VASCO ROSSI
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+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
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