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Passando in mezzo - Lunedì 30 Agosto


"Tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno". Quelle parole di Gesù rappresentavano già di per sé una grande provocazione, ma risultavano ancora più dure perché uscite proprio dalle sue labbra. Lui che era "di casa", veniva a raccontare di un Dio che non fa preferenze, che non è di parte, che non si schiera a prescindere a difesa di alcuni, che non si preoccupa prima dei suoi e lascia solo le briciole agli altri. Un Dio che addirittura, spesso e volentieri, preferisce gli stranieri, gli esclusi, i dimenticati da tutti.

La reazione di quella gente svela il principio che regola la loro vita: l'esclusione. "Lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù". Dio, invece, non opera mai per escludere. Il suo desiderio e il suo agire sono sempre orientati all'inclusione.

Mentre quegli uomini cercano di tenere Gesù "fuori", di scacciarlo dalla loro vita, dalla sinagoga, da quella città (che era anche sua), Egli invece passa "in mezzo" e riprende il suo cammino.

Si può non accogliere la Parola, è possibile rifiutare Gesù, ma non si può impedire che il suo cammino prosegua altrove. Qualsiasi tentativo di ingabbiato o strumentalizzarlo, di depotenziarlo o farlo precipitare nell'oblio è destinato a fallire. Il Vangelo troverà sempre strade nuove da percorrere, luoghi ancora inesplorati da visitare, terreni disposti ad essere seminati. Nonostante i rifiuti e le ipocrisie, i ripensamenti e i tradimenti di alcuni, ci sarà sempre un cuore pronto ad accogliere l'annuncio della salvezza e a mettersi in gioco, per diventare segno dell'amore di Dio in mezzo al mondo.


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Cammino allontanandomi da noi 

anche se è grande il dolore che mi invade

AMORE PURO - ALESSANDRA AMOROSO 

https://youtu.be/MLjXdzLLojs

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+ Dal Vangelo secondo Luca

Lc 4,16-30


In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi

e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.



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