Vicino… ma non a sufficienza. A volte sembra essere così il regno di Dio. Gesù lo descrive come una realtà che, in maniera silenziosa ma inesorabile, fa capolino nella storia dell’umanità. Ci viene incontro, è “a portata di mano”, eppure noi fatichiamo a riconoscere i segni della sua presenza. Guardandoci intorno, scoviamo con molta più facilità elementi che ci fanno dubitare della sua efficacia.
Ma seme della parola continua, nel silenzio, a crescere spontaneamente. Mette radici lì dove c’è ancora qualcuno che ha conservato nel cuore la speranza, e ripete il gesto coraggioso della semina, anche dopo aver sperimentato numerosi fallimenti. Germoglia lì dove, in tempo di carestia, c’è qualcuno che non è schiavo della sua fame e della tentazione di accaparrarsi quel poco che c’è, ma resta capace di sognare, progettare e costruire un futuro di fraternità e condivisione, mettendo da parte i propri egoismi. Porta frutto lì dove qualcuno ha saputo educare il proprio sguardo e ha occhi attenti a riconoscere il grano maturo e pronto per la mietitura, anche quando è nascosto dalla zizzania.
Se l’avvento del regno di Dio non è ancora evidente nella nostra vita è perché, forse, continua a trovare in noi troppi ostacoli che gli impediscono di attecchire. Affrettiamoci a rimuoverli, consapevoli che, se non sarà qui, quel seme troverà sempre un terreno in cui crescere.
Non c’è da dubitare, nessun timore è legittimo... quel seme “può solo crescere”, il regno di Dio continuerà a compiere passi in avanti, uno dopo l’altro, giorno dopo giorno. L’Amore per sua stessa natura si diffonde ovunque, ma lo fa secondo lo stile umile della tenerezza e della piccolezza, non si impone ma si offre e si consegna. Sta a noi decidere: possiamo impedire a questo seme di mettere radici anche nella nostra vita e ostacolarne lo sviluppo, oppure lasciare che giunga anche per noi una nuova primavera.
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Può solo crescere
Può fare un altro passo
E sai perché
Io sto con te
QUANTO AMORE SEI - Eros Ramazzotti
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+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
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