Che strano momento sceglie Gesù per invitare i suoi discepoli a fermarsi, ritirarsi in disparte e riposare. Fossimo stati al suo posto, avremmo provato probabilmente a sfruttare il tempo favorevole e a capitalizzare l’entusiasmo dei discepoli, che rientravano dalla missione pieni di gioia, avendo sperimentato l’efficacia del Vangelo che sana le ferite e libera dalla schiavitù del male. Invece Gesù, anziché spingere il piede sull’acceleratore, chiede loro di fermarsi.
Quanta saggezza e tenerezza ad un tempo, quale attenzione profonda a coloro che ha scelto e chiamato. È uno sguardo premuroso quello del Maestro, capace di una cura che dice la ricerca del bene autentico della persona più che il perseguimento di un obiettivo da raggiungere ad ogni costo.
Troppo spesso noi mettiamo gli altri in secondo piano, li facciamo diventare strumentali al raggiungimento di uno scopo, li sfruttiamo fin quando reggono, consumando tutte le loro energie, per poi metterli da parte quando non riescono più a darci quanto vogliamo.
Ma rischiamo di fare del male anche a noi stessi, finendo per scoppiare, incapaci come siamo di riconoscere i segni della fatica, di individuare quelle scorie che pure si accumulano nel nostro animo ma che tendiamo ad ignorare, fino a quando poi arriviamo inevitabilmente al punto di non ritorno.
Noi siamo bravi solo a raccogliere i cocci e a cercare i colpevoli quando ormai è troppo tardi, ma siamo incapaci di accompagnare e riconoscere le fatiche (più che naturali) che emergono inevitabilmente in chi si mette in cammino. Solo chi è fermo (non chi è forte) non sente la stanchezza e non rischia di barcollare e cadere.
Gesù, invece, è capace di riconoscere immediatamente che i suoi discepoli hanno bisogno riposo, non per abbandonare l’esperienza dell’annuncio, ma perché essa possa essere riletta è compresa nella verità e possa radicarsi nei loro cuori. Liberandoli dalla tentazione dell’attivismo, il Maestro insegna a loro e a noi che queste soste non interrompono lo slancio missionario, ma ne amplificano la portata, perché narrano del rispetto profondo che Dio ha per l’uomo e ne garantiscono la dignità, armonizzando i tempi dell’azione con quelli del riposo.
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Ma io lo so che dopo un po'
ti stanchi di girare
LUNA - Gianni Togni
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+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
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