Di solito tutti vanno in cerca dell'offerta più conveniente. C'è chi compra e c'è chi vende; ciascuno spera nell'affare del secolo, ognuno vuole a tutti i costi massimizzare il suo profitto.
Il gioco tra domanda e offerta, si sa, è piuttosto complesso. Se la prima eccede la seconda, il costo della merce è destinato ad aumentare sensibilmente. Più un prodotto è raro e più il suo prezzo sale alle stelle. Addirittura, se si tratta di qualcosa considerato introvabile il suo valore diventa inestimabile; ciò che è unico non ha prezzo, quello a cui non si può rinunciare non può neanche essere venduto.
Quando, invece, l'offerta supera la domanda accade l'esatto contrario. Se si vuole vendere a tutti i costi qualcosa, il suo prezzo deve scendere pur di attirare nuovi compratori. Altrimenti si rischia che l'asta rimanga deserta e non si trovino acquirenti.
E se abbiamo deciso di volerci sbarazzare di qualcosa, di voler vendere a tutti i costi, saremo pronti a dar via la merce a qualsiasi prezzo, lasceremo che siano gli acquirenti a stabilire la cifra.
Accade proprio così a Giuda. Ha qualcosa, anzi qualcuno, da offrire. Si reca da coloro che potrebbero essere interessati all'acquisto. Ma per lui Gesù ormai è solo qualcuno di cui sbarazzarsi velocemente: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». Decidete voi; per me ha perso ogni importanza, non mi serve più!
Com'è triste accorgersi che nella nostra vita anche le persone hanno valore solo fin quando sono funzionali ai nostri bisogni, o finché non troviamo qualcosa di meglio.
L'Amore invece non conosce le logiche del commercio, non cerca il proprio interesse e sa che l'amato è sempre un "pezzo unico", dal valore inestimabile. Chi ama davvero non vende mai, neanche a fronte di offerte estremamente vantaggiose. L'asta è chiusa!
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Non si può entrare in un negozio
e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo.
Se la vita è un'asta sempre aperta
anche i pensieri saranno in offerta.
IL NEGOZIO DI ANTIQUARIATO - NICCOLÒ FABI
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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
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