Poteva vantare davvero delle ottime referenze quel giovane che si era presentato al cospetto di Gesù. Aveva osservato alla lettera tutti i comandamenti e ora desiderava ottenere il premio promesso: la vita eterna!
«Che altro mi manca?». Chissà se davvero era sua intenzione comprendere quali ulteriori passi fossero necessari per raggiungere la meta, oppure se era lì semplicemente col desiderio di ricevere un plauso dal Maestro, una conferma del suo essere ineccepibile.
«Che cosa devo fare di buono...» oltre quello che ho già fatto? Rispettando la legge, facendo "il mio dovere", non ho forse già compiuto tutto il bene necessario?
Sembrava davvero la volta buona, il desiderio di quel giovane pareva sincero, ma risposta di Gesù svela il trucco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
La vita eterna non è questione di possesso, ma di relazione; non si risolve semplicemente nel praticare, ma fonda le sue radici nel credere; non appartiene all'ordine dell'avere, ma a quello dell'essere.
Andò via quel giovane. Le sue aspettative erano state completamente deluse. Immaginava di essere a un passo dalla vita eterna, se non addirittura di averla già afferrata, e invece scoprì di essere lontano anni luce. Andò via, col broncio stampato sul viso e con una tristezza infinita nel cuore.
Non è di certo facile rinunciare a "molte ricchezze", eppure può diventare molto semplice se si scopre un tesoro estremamente più prezioso di quelli che già si possiedono. Se ci accorgiamo che ci risulta difficile staccarci dalle nostre "ricchezze", se non siamo disposti a mettere da parte le nostre sicurezze, a modificare le nostre abitudini, forse dovremmo riconoscere che ciò che diciamo di desiderare non è poi tanto importante per noi.
"Toglietemi tutto, ma non il mio breil". Recitava così lo slogan di una storica pubblicità, quasi come se il possesso di quell'oggetto definisse l'essenza più profonda di una persona. Il giovane del vangelo non sa rinunciare ai suoi beni perché non è capace di immaginarsi diversamente da com'è: le ricchezze che possedeva definivano la sua persona.
Sarebbe interessante chiederci: a che cosa noi non siamo pronti a rinunciare? Cosa ci definisce come persone? Che cosa abbiamo di più prezioso? La "vita eterna" ha davvero un valore inestimabile per noi, oppure ci sono altre ricchezze che potrebbero essere preferibili? Cosa saremmo disposti a lasciare per Cristo, per seguire l'Amore?
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Tu fai quelle facce-e
Mi tieni il broncio-o
Se ti tolgo il trucco-o
MALIBU -SANGIOVANNI
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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,16-22
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?».
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
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