“Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole” (cfr Fonti Francescane, 43). Il monito che san Francesco rivolgeva ai suoi frati ci ricorda che la testimonianza cristiana si compie, prima di tutto, attraverso uno stile una vita coerente.
Quelli che Gesù sceglie e invia davanti a sé non sono, infatti, maestri di sapienza o di eloquenza, ma testimoni credibili (convinti e convincenti) della misericordia del Padre, capaci di narrare con la propria vita che “solo l’amore salva”. Sono coloro i quali hanno preferito la fraternità all’egoismo, la mitezza alla violenza, l’umiltà all’orgoglio.
L’annuncio del Vangelo passa attraverso il loro farsi compagni di viaggio (e, perché no, anche di tavola) di uomini e donne che non restano passivi destinatari di un annuncio, ma diventano immediatamente protagonisti di questa storia di salvezza, attraverso lo stile semplice dell’accoglienza e della condivisione.
A chi ha orecchie per ascoltare e occhi per vedere appare chiaro che “la messe è abbondante”. Se tuttavia restano “pochi gli operai” significa che siamo stati incapaci di educare noi stessi e gli altri a riconoscere il bene che già abita la nostra storia.
Siamo ancora troppo presi dalla tentazione di concentrarci su ciò che non abbiamo e recriminare per ciò che è venuto a mancare. Passiamo il tempo a lamentarci perché quello che ci viene offerto non è ciò che avremmo voluto.
Se da un lato (forse) abbiamo maturato una certa attitudine alla generosità, che ci consente di investire tempo ed energie nell’annuncio del Vangelo, tuttavia dobbiamo constatare che spesso ci fa difetto la gratuità.
Ci lasciamo spesso portare fuori strada dalla pretesa di voler scegliere la ricompensa che ci spetta, di decidere il tempo e le modalità in cui vivere la mietitura. Il Signore, invece, ci invita a “mangiare e bere di quello che ci viene offerto”, a gioire e rendere lode per quanto c’è.
Nessuna pretesa, allora, può trovare spazio nella vita di chi annuncia il Vangelo. Non è tanto il “cosa” o il “quanto” viene offerto, ma è il “come” (lo stile fraterno della condivisione) che conferma l’efficacia della testimonianza.
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Cosa vorresti da mangiare?
Siamo andati al ristorante
Sembra non ti piaccia niente,
eppure di cose ne hanno tante
MI PIACI -ALEX BRITTI
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+ Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
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