Certi silenzi dicono più di mille parole, eppure ciascuno “parla” in modo molto diverso. Alcuni narrano di un’accoglienza delicata verso l’altro, di disponibilità e rispetto, di tenerezza e desiderio. Altri, invece, esprimono dissenso e condanna, distanza e giudizio, a volte perfino risentimento.
È un silenzio innaturale quello che invade la sinagoga di Nazaret in giorno di sabato. È “contro natura”, infatti, che si rimanga impassibili di fronte alla sofferenza altrui, pur avendo la facoltà di intervenire.
Non esistono ragioni valide, né motivazioni sufficienti che ci esimano dal dovere morale di compiere il bene possibile. Neanche la legge più sacra o antica può impedirci di operare in favore della vita.
Eppure, anziché protendersi in maniera spontanea e immediata verso il bene, quei cuori induriti rimangono trincerati dietro un mutismo davvero intollerabile.
Indignazione e delusione si mescolano nel cuore di Gesù, che non può più attendere e così rompe gli indugi, rimettendo a posto le cose, riportando al centro ciò che un “imperdonabile” silenzio aveva emarginato.
È un atteggiamento che scandalizza, ma che ci risulta tristemente familiare. Conosciamo bene il silenzio di chi è connivente con il male, quello di chi non interviene di fronte ai soprusi e alle violenze per paura di rimetterci di tasca propria, quello di chi preferisce assecondare passivamente certe logiche perverse pur di raggiungere il proprio scopo. Conosciamo quei silenzi perché sono stati (e forse sono) anche nostri.
A questi silenzi capaci di emarginare, affossare, finanche uccidere, Gesù contrappone una parola che dà vita anche a ciò che sembrava ormai perduto.
La sua parola riporta al centro ciò che noi abbiamo messo ai margini, ciò che agli occhi dei ben pensanti è stato ritenuto indegno perfino di uno sguardo.
Abbiamo bisogno di rompere questi colpevoli silenzi con gesti e parole che rimettano al centro l’uomo, riconoscendo la dignità di ciò a cui spesso il mondo non concede alcuno spazio.
__
Non lo posso sopportare
questo silenzio innaturale tra me e te
FAI RUMORE - Diodato
__
+ Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Commenti
Posta un commento