Passa ai contenuti principali

COLPEVOLI SILENZI - Mercoledì 19 Gennaio 2022


Certi silenzi dicono più di mille parole, eppure ciascuno “parla” in modo molto diverso. Alcuni narrano di un’accoglienza delicata verso l’altro, di disponibilità e rispetto, di tenerezza e desiderio. Altri, invece, esprimono dissenso e condanna, distanza e giudizio, a volte perfino risentimento.

È un silenzio innaturale quello che invade la sinagoga di Nazaret in giorno di sabato. È “contro natura”, infatti, che si rimanga impassibili di fronte alla sofferenza altrui, pur avendo la facoltà di intervenire.

Non esistono ragioni valide, né motivazioni sufficienti che ci esimano dal dovere morale di compiere il bene possibile. Neanche la legge più sacra o antica può impedirci di operare in favore della vita.

Eppure, anziché protendersi in maniera spontanea e immediata verso il bene, quei cuori induriti rimangono trincerati dietro un mutismo davvero intollerabile.

Indignazione e delusione si mescolano nel cuore di Gesù, che non può più attendere e così rompe gli indugi, rimettendo a posto le cose, riportando al centro ciò che un “imperdonabile” silenzio aveva emarginato.

È un atteggiamento che scandalizza, ma che ci risulta tristemente familiare. Conosciamo bene il silenzio di chi è connivente con il male, quello di chi non interviene di fronte ai soprusi e alle violenze per paura di rimetterci di tasca propria, quello di chi preferisce assecondare passivamente certe logiche perverse pur di raggiungere il proprio scopo. Conosciamo quei silenzi perché sono stati (e forse sono) anche nostri.

A questi silenzi capaci di emarginare, affossare, finanche uccidere, Gesù contrappone una parola che dà vita anche a ciò che sembrava ormai perduto. 

La sua parola riporta al centro ciò che noi abbiamo messo ai margini, ciò che agli occhi dei ben pensanti è stato ritenuto indegno perfino di uno sguardo.

Abbiamo bisogno di rompere questi colpevoli silenzi con gesti e parole che rimettano al centro l’uomo, riconoscendo la dignità di ciò a cui spesso il mondo non concede alcuno spazio.



__

Non lo posso sopportare

questo silenzio innaturale tra me e te

FAI RUMORE - Diodato

https://youtu.be/tPv9ZPXmFWU


__

+ Dal Vangelo secondo Marco

Mc 3,1-6


In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.

Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.

E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.


Commenti

Post popolari in questo blog

UNA CONOSCENZA PERSONALE -Giovedì 17 Febbraio 2022

Gesù continua a porre domande ai suoi discepoli. Vuole aiutarli a lasciare emergere dubbi e certezze, attese e paure… insomma tutto quanto abita i loro cuori. Quei pensieri hanno bisogno di venire alla luce per essere purificati, cioè guardati con chiarezza e, quindi, verificati. La domanda di oggi è chiara e diretta: «Ma voi, chi dite che io sia?». Non è un caso che a rispondere sia Pietro, proprio colui il quale più tardi affermerà: «Non conosco quest'uomo» (Mc 14,71). Lo stesso a cui, infine, il Maestro chiederà: «Mi ami?» (Gv 21,15). Ma non era ancora quello il tempo per una domanda tanto impegnativa. Non si può amare chi non si conosce davvero. Non è un caso, infatti, che spesso l’amore entri in crisi (e per qualcuno addirittura svanisca all’improvviso) quando si scoprono aspetti inediti delle persone che ci stanno accanto e si finisce per pensare di non conoscerle affatto. Ma quali sono i passaggi da effettuare, quali gli elementi fondamentali che è necessario acquisire p...

L'Infinito tra i miei desideri - Maria Santissima Madre di Dio (ANNO B)

P rendere o lasciare. Pare non ci siano alternative a questo ultimatum che accompagna la nostra vita e non riguarda soltanto le occasioni da cogliere al volo, ma anche le tante esperienze che in un modo o nell’altro ci segnano. Perfino tra queste ci sarebbe qualcosa da tenere e altro che invece andrebbe cancellato e dimenticato il più in fretta possibile. Il passaggio verso un nuovo anno è spesso occasione propizia per sintesi e bilanci. Stavolta sembra ci sia ben poco da riflettere: secondo un’opinione piuttosto diffusa c’è davvero poco da salvare di questo 2020, meglio buttar via tutto! In effetti, proprio il capodanno è accompagnato nella tradizione popolare da numerosi riti propiziatori che esprimono la pretesa di liberarsi da ciò che è vecchio. Tra questi è nota l’abitudine, alquanto pericolosa, del lancio dalle finestre dei cocci vecchi. Piatti, bicchieri e stoviglie varie vengono gettati in strada proprio allo scoccare della mezzanotte, per simboleggiare un profondo desideri...

Era una vita che ti stavo aspettando - Santa Famiglia (anno B)

C’è un tempo per ogni cosa, è la sapienza biblica ad insegnarlo (cfr Qoelet 3). Ma quanto dura questo tempo, di cui a volte ci sentiamo padroni ma che spesso ci rende schiavi, chi può mai dirlo con esattezza? Nonostante esista un tempo cronologico che possiede di certo una sua oggettività e può essere misurato in giorni e ore, minuti e secondi, nessuno può negare che viviamo attimi che sembrano interminabili e giorni interi che invece scorrono via fin troppo rapidamente. Come avranno vissuto Maria e Giuseppe i nove mesi di una gravidanza così fuori dagli schemi? Quali emozioni avranno abitato il loro cuore mentre cullavano tra le braccia quel bambino lontani dalla propria casa, dovendosi accontentare della precarietà di un alloggio di fortuna? Come sarà stato per Simeone ed Anna attendere una vita intera? Come avranno vissuto quel tempo? A noi che rischiamo di essere perennemente fuori tempo, perché bloccati dai rimpianti del passato, appiattiti su un presente senza orizzonte oppure pr...