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IL PREZZO DELLA FRATERNITÀ - Lunedì 31 Gennaio 2022


Niente da fare… hanno provato a tenerlo legato in tutti i modi, finanche con ceppi e catene, ma ogni tentativo si è rivelato vano. Eppure quell’uomo posseduto da uno spirito impuro sembra rappresentare una minaccia più per se stesso che per gli altri. Ha la sua dimora tra le tombe e passa il tempo aggirandosi sui monti, urlando e sfogando la sua smisurata rabbia principalmente contro se stesso.

Chissà che i Geraseni al vederlo non abbiano provato, in definitiva, più fastidio che paura. Di certo, non sembrano mostrare un reale interesse per la sua condizione. Non se ne curavano molto prima, visto che la loro vita continuava a scorrere senza particolari turbamenti. Non saranno capaci di gioire con lui dopo, quando finalmente verrà liberato dalla Legione che lo teneva schiavo.

Quella gente sembra non avere a cuore nient’altro che i propri interessi. Immediatamente, infatti, manifestano un evidente risentimento nei confronti di Gesù, per il danno economico che hanno subito a causa della perdita della mandria di porci, e lo scongiurano di andar via, il più lontano possibile.

L’atteggiamento dei Geraseni è davvero sconcertante, eppure ci aiuta a far luce su una tentazione che, in maniera subdola, può affacciarsi anche nella nostra vita. Talvolta potremmo avere la sensazione che sia più pericoloso (forse) e  più “costoso” (sicuramente) avere un fratello che un nemico.

Un avversario, infatti, si può combattere, respingere e, in certi casi, perfino eliminare (più o meno metaforicamente). Avere un nemico ci porta a radicarci nelle nostre convinzioni, fino ad estremizzarle; ci spinge a consolidare la nostra identità, definendola per contrapposizione, e a difendere ciò che possediamo con le unghie e con i denti.

Scoprire, invece, di avere un fratello ci costringe ad allargare le braccia, anziché stringere i pugni; ci chiede di imparare a condividere quanto abbiamo; ci impone di cercare il bene dell’altro prima che il nostro interesse personale.

Accogliere la logica della fraternità, che il Vangelo addita come la sola via possibile per chi si riconosce figlio dell’unico Padre, risulta perciò “dispendioso” e richiede una vera e propria conversione. Siamo disposti a pagarne il prezzo?


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Qui l'inverno non ha paura...

io senza di te un po' ne ho.

Qui la rabbia è senza misura

PERDONO (XDONO) - TIZIANO FERRO

https://youtu.be/7ddclyw9F-8

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+ Dal Vangelo secondo Marco

Mc 5,1-20


In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.

C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.





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