Gesù continua a porre domande ai suoi discepoli. Vuole aiutarli a lasciare emergere dubbi e certezze, attese e paure… insomma tutto quanto abita i loro cuori. Quei pensieri hanno bisogno di venire alla luce per essere purificati, cioè guardati con chiarezza e, quindi, verificati. La domanda di oggi è chiara e diretta: «Ma voi, chi dite che io sia?». Non è un caso che a rispondere sia Pietro, proprio colui il quale più tardi affermerà: «Non conosco quest'uomo» (Mc 14,71). Lo stesso a cui, infine, il Maestro chiederà: «Mi ami?» (Gv 21,15). Ma non era ancora quello il tempo per una domanda tanto impegnativa. Non si può amare chi non si conosce davvero. Non è un caso, infatti, che spesso l’amore entri in crisi (e per qualcuno addirittura svanisca all’improvviso) quando si scoprono aspetti inediti delle persone che ci stanno accanto e si finisce per pensare di non conoscerle affatto. Ma quali sono i passaggi da effettuare, quali gli elementi fondamentali che è necessario acquisire p
«Perché?»… l’atteggiamento di Gesù diventa improvvisamente incalzante. Tante domande per cercare di far breccia nei cuori induriti dei discepoli, che non riuscivano più a intendere le parole e i gesti del Maestro, nonostante il tempo trascorso insieme e i tanti segni da Lui compiuti. Non riescono a comprendere perché sono in capaci di ri-cordare, non sanno cioè a tenere viva la memoria di un’esperienza di grazia sovrabbondante già vissuta, e non una volta soltanto. In più di un’occasione, infatti, Gesù aveva mostrato loro come chi si affida non resta deluso, chi ripone in Dio la propria speranza diventa oggetto della sua tenera cura. Eppure quei discepoli sembrano avere la memoria davvero troppo corta, proprio come accade spesso a noi che dimentichiamo in fretta il bene ricevuto, quando ci facciamo travolgere da ansie e paure. Allora, tutto si fa buio, la mente si annebbia e finiamo per non trovare più il senso di ciò che viviamo. Resta, infatti, impossibile capire per chi si lascia