«Non sia turbato il vostro cuore». Agitazione e inquietudine stanno per prendere il sopravvento; gli apostoli sono confusi e disorientati perché il Maestro sta parlando loro di un distacco inevitabile: "Dove vado io, tu ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi" (Gv 13,36). Lo ha detto rivolgendosi a Pietro, ma anche gli altri hanno capito l'antifona. Cosa accadrà? Casa faremo? Ha detto che ci allontaneremo da lui, fuggiremo via; ma Lui si dimenticherà di noi? Non è semplice vivere il tempo della separazione; talvolta la lontananza può diventare un'esperienza davvero faticosa perché ci espone ai dubbi, alle incertezze, ai ripensamenti. Il cuore dell'uomo fa presto a lasciare spazio a paure e timori; i fantasmi del passato si agitano nell'intimo e portano scompiglio. Ma il suono della sua voce poté più delle parole, più di mille rassicurazioni. Provo a immaginare con quanta dolcezza e fermezza allo stesso tempo Gesù si sia rivolto ai suoi amici: "fida