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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Associazione a delinquere - Martedì 1 Giugno

Che strano vederli insieme! Farisei ed erodiani, che sembrano essere in disaccordo su tutto (o quasi) e passavano il tempo a punzecchiarsi, finalmente hanno trovato qualcosa che potesse accomunarli. E così li ritroviamo uniti dallo stesso desiderio: sbarazzarsi di Gesù.  La presenza del Nazareno è diventata davvero troppo ingombrante; le sue parole e i suoi gesti stanno mettendo in crisi tutto un sistema di potere che, seppur scricchiolante, aveva retto per secoli. Ma ora erodiani e farisei, e non soltanto loro, sentono minacciati il proprio ruolo e l'autorità che esercitavano.  Non volendo, Gesù compie un altro "miracolo", mette insieme anche chi fino a un attimo prima si faceva guerra apertamente. Accadrà così anche per Erode e Pilato che, a motivo di Gesù e per conservare il proprio potere senza incappare in fastidiose complicazioni, metteranno la parte le incomprensioni del passato e diventeranno "amici" (cf. Lc 23,12). Ecco nascere, allora, una nuova allean

Un passo dopo l'altro - Lunedì 31 Maggio

Subito, senza attendere che arrivassero tempi migliori, senza aspettare che ogni cosa tornasse al proprio posto, senza pretendere di avere tutte le garanzie del caso... Maria non perde tempo, non resta chiusa in sé stessa.  La Parola che ha preso dimora in lei la spinge ad uscire, si traduce immediatamente in passi concreti che la conducono verso chi, come lei, sta sperimentando la grandezza di un Dio che compie meraviglie e volge il suo sguardo sui piccoli e gli umili di cuore.  Ella "si alzò e andò in fretta", il suo incedere era sicuro e spedito. Forse non siamo in grado, almeno per il momento, di reggere lo stesso ritmo; magari ci sembrerà che i nostri siano passi più lenti, a tratti incerti. Tuttavia restano imprescindibili, non devono mancare.  Non ci dev'essere istante alcuno in cui cediamo alla tentazione di pensare che la Parola di Dio possa essere accolta nei nostri cuori senza tradursi immediatamente in gesti concreti che diano forma alla nostra vita, in scelte

Un nuovo inizio - SANTISSIMA TRINITÁ (ANNO B)

  "Si prostrarono. Essi però dubitarono". Quando lo videro caddero a terra. I discepoli che avevano fatto ritorno in Galilea proprio su indicazione del Maestro, alla vista del Risorto non seppero fare altro. La resa dei conti, il tempo dei bilanci, il momento giusto per tirare le somme, la conclusione di tutta quella lunga vicenda... Forse avranno immaginato così quell'incontro, lungo il cammino che li riportava da Gerusalemme verso casa. Fatto sta che alla vista di Gesù tutti finirono per prostrarsi, nonostante i tanti dubbi ancora presenti nella loro testa. Un atto di adorazione? Un tentativo di testimoniare una fede ancora incerta e traballante? Chissà che quel gesto non sia stato propiziato anche dai pesi che gravano da tempo su di loro e che, dopo quel percorso lungo tre anni, erano diventati insostenibili. I fallimenti e le incomprensioni, i rinnegamenti e le fughe ormai rappresentavano un fardello davvero eccessivo per delle spalle così deboli. Eppure c'era q

La facoltà di non rispondere - Sabato 29 Maggio

Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale... Non era certo il desiderio di schiarirsi le idee a muovere quei Giudei che si avvicinarono a Gesù per chiedergli con quale autorità avesse compiuto quei gesti tanto scandalosi. Non era certo per indecisione o confusione che si ritrovarono a loro volta a non rispondere quando il Maestro ribaltó la questione.  I capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi non avevano alcun interesse a cercare di comprendere Gesù o a capire le motivazioni delle sue parole e dei suoi gesti; non avevano alcuna voglia di provare a mettere in discussione i propri convincimenti o a rivedere le proprie posizioni.  Quel giorno Gesù si avvalse della facoltà di non rispondere, come farà anche in seguito, davanti a Pilato. Non fu una semplice strategia difensiva quella che mise in campo, non si trattava del tentativo di evitare il peggio.  Chi non ha a cuore la verità non solo non può trovarla, ma finisce per traviarla; chi manipola le par

Neanche un fico secco - Venerdì 28 Maggio

Aveva cercato nel tempio, dove altro sennò... Si era guardato attorno e aveva osservato attentamente ogni cosa. Non si era accontentato della prima impressione, il suo sguardo non era rimasto in superficie. Aveva indugiato a lungo, fino a quando l'ora si era fatta ormai tarda ed era arrivato il momento di uscire da lì.  Niente da fare... Gesù sperava di trovare ben altro, ma in quel posto c'era tutto, tranne quello che avrebbe dovuto esserci, quello che Egli stava cercando. La mattina seguente, aveva ancora fame e quell'albero di fichi, che non presentava altro che foglie, lo riportò in fretta alla triste esperienza del giorno precedente.  Gli era davvero rimasto l'amaro in bocca. Tutti quei sacrifici e quelle preghiere non avevano prodotto neanche un fico secco. "In eterno" nessuno potrà cibarsi dei frutti di una religiosità vuota e sterile, legata solo alle forme, fatta esclusivamente di apparenze, ma incapace di andare oltre, perché quei frutti non esistono

Non la vedi, ma c'è - Giovedì 27 Maggio

  Sedeva lungo la strada eppure non riusciva a vederla. Era lì da lunghi giorni, forse anni, ma quello che dovrebbe essere di per sé il luogo del viaggio, era diventato per lui una vera prigione.  Chissà se c'era stato almeno qualcuno che aveva mai tentato di rialzarlo, di prenderlo sotto braccio e provare a rimetterlo in cammino. Probabilmente i più si saranno limitati a scansarlo, proseguendo in fretta verso la loro metà. Altri forse lo avranno perfino insultato e maltrattato, perché era diventato un ostacolo al loro incedere veloce, un fastidio con il suo continuo mendicare.  Nella situazione in cui si trovava, Bartimèo davvero non riusciva a immaginare più alcuna strada, non "vedeva" nessuna via d'uscita alla sua condizione.  Quando però si accorge che sta passando Gesù tutto cambia. Comincia a gridare, sempre più forte: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Improvvisamente comprende che nulla è perduto; Gesù è pronto ad aiutarlo ed egli sa bene cosa chiede

Sincronizzate gli orologi! - Mercoledì 26 Maggio

Fu un'uscita a dir poco infelice quella di cui si resero protagonisti i figli di Zebedeo. Avrebbero potuto scegliere senz'altro meglio tempi e modi per presentare al Maestro la loro richiesta: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».  Avrebbero potuto almeno provare a sintonizzarsi con il suo stato d'animo e con il momento che stava vivendo. Le parole con le quali aveva annunciato loro la sua imminente Passione non li avevano per nulla scalfiti, erano rimasti chiusi nei loro vaneggiamenti, troppo impegnati a inseguire improbabili sogni di gloria.  Mentre Gesù camminava avanti per aprire la strada e tracciare in maniera netta una direzione, Giacomo e Giovanni dimostrano di essere fuori rotta, fuori contesto, fuori dal tempo. Poco dopo scopriremo che anche gli altri apostoli non erano messi meglio.  Ancora una volta Gesù deve correre ai ripari, sente la necessità di chiamarli e  radunarli per spiegare loro come stanno davvero le co

Lasciare tutto conviene! - Martedì 25 Maggio

Forse c'è una punta di orgoglio nella parole di Pietro. Altri, più titolati, forniti di credenziali di assoluto rispetto, con possibilità maggiori delle sue, avevano rinunciato. Pochi istanti prima aveva assistito al fallimento di quel tale che andò via rattristato, non avendo saputo staccarsi dai suoi "tanti beni".  Seguire Gesù è entusiasmante, ma allo stesso tempo impegnativo. Esige una radicalità che non tutti sono pronti a fare propria. Rinunciare a qualcosa va bene, sacrificare una parte del proprio tempo e delle proprie energie può essere anche accettabile; ma abbandonare tutto appare fuori discussione. Per quel tale, come per tanti altri, il gioco non vale la candela. Resta la tristezza per un'occasione sprecata, per un sogno sfumato nel nulla, ma a quel prezzo non è conveniente: meglio lasciar perdere.  Pietro e i suoi compagni invece erano riusciti in quell'impresa in cui altri avevano fallito: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Qua

L'ora della Madre - Lunedì 24 Maggio

È l'ora più buia, quella segnata dall'assenza, quella in cui spariscono le folle e gli amici di una vita si danno alla fuga, in cui agli occhi dei mal pensanti sembra doversi registrare anche la defezione più clamorosa: "Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: «Sono Figlio di Dio»!»" (Mt 27,43). La prova è talmente grande che il dubbio sembra balenare per qualche istante perfino nella testa di Gesù che, gridando a gran voce, dice: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46).  Eppure proprio quell'ora di desolazione, quando "si fece buio su tutta la terra" (Mc 15,33), è rischiarata da una presenza, quella della madre. Maria stava presso la croce di Gesù come solo una madre sa fare. Lei non lo aveva mai lasciato, non lo farà neanche nel momento più difficile.  È l'ora di un nuovo parto, è tempo di generare ancora. Un travaglio difficile, che però porterà ad una gioia incommensurabile. "La donna, q

O stagione beata - DOMENICA DI PENTECOSTE (ANNO B)

  C’è qualcosa di diverso nell’aria, sta soffiando un vento nuovo. Per ora è soltanto una brezza leggera, a momenti impercettibile. Quasi non ti accorgi che ci sia, potresti perfino dimenticartene se non le presti la dovuta attenzione. Tra poco però quel timido alito di vento salirà impetuoso e sembrerà sul punto di travolgere tutto. Trovarsi in quell’istante che fa da spartiacque tra la quiete e la tempesta, che divide la calma dalla bufera, è davvero strano, una sensazione tutt’altro che facile da decifrare. Faticano a crederci gli apostoli. In fondo hanno fatto di dubbi e tentennamenti il loro pane quotidiano. Si erano sentiti spesso confusi e disorientati in quei tre anni che hanno trascorso gomito a gomito con il Maestro. Non a caso Egli stesso deciderà di dar loro una tregua. “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Poverini, proprio non ce la fanno, avrà pensato Gesù tra sé e sé... meglio essere pazienti e aspettare tempi miglior

NE RESTERÀ SOLTANTO UNO? - Sabato 22 Maggio

Gli aveva appena detto: "Seguimi!". Pochi istanti prima avevano condiviso un momento di grande intimità. Occhi negli occhi, avevano aperto il cuore l'uno all'altro, senza filtri.  Il Maestro aveva rivelato ancora una volta la grandezza di un amore che non conosce battute d'arresto, neanche di fronte al rifiuto dell'amato; aveva mostrato la tenerezza di chi non pretende e non giudica, di chi sa attendere i tempi dell'altro e delicatamente custodisce un fiore che sta per sbocciare.  Il discepolo aveva risposto sulle ali dell'entusiasmo; anche stavolta si era lasciato prendere dalla foga per poi accorgersi che l'entusiasmo da solo non basta. Seppur "addolorato" per questa scoperta, egli aveva compreso che poteva davvero amare nonostante le sue fragilità, anzi proprio attraverso quella sua povertà donata senza riserve e consegnata nelle mani di Dio.  Eppure solo qualche istante dopo ritornano le solite incertezze. Lo sguardo di Pietro, anzich

M'ama non m'ama - Venerdì 21 Maggio

Non c'è due senza tre... Magari Pietro doveva aspettarsi che per la terza volta il Maestro gli rivolgesse quella domanda. Eppure, quando accadde, sentí un improvviso tuffo al cuore. Ne restò addolorato, non certo offeso. Pensó di aver commesso uno dei suoi soliti, madornali errori.  Gli tornarono in mente i tanti richiami di Gesù, le sue correzioni e gli insegnamenti, troppe volte rimasti inascoltati. Rivide il suo sguardo, quello che incroció la notte del processo quando, prima che il gallo cantasse, lo rinnegó non una, ma ben tre volte.  Forse per un attimo dubitó: "E se non mi avesse perdonato fino in fondo? Se stavolta l'avessi combinata davvero troppo grossa? Se non ci fosse più modo di tornare indietro, di rimediare e recuperare?".  Ma Gesù non voleva voltarsi indietro, il suo sguardo era puntato in tutt'altra direzione. Perché l'amore è coniugato sempre al futuro: "Pasci le mie pecore".  Egli non aveva bisogno di indagare i sentimenti di Pietr

Ut unum Sint - Giovedì 20 Maggio

"Perché tutti siano una sola cosa". Siamo nelle preghiere di Gesù... noi che abbiamo creduto mediante la parola degli apostoli e di chi, come loro, ci ha trasmesso il tesoro della fede.  Gesù prega "per noi", "con noi", e a volte mi piace pensare che Gesù preghi anche, in un certo senso, "al posto nostro". Accade quando la nostra preghiera è fragile, incostante, distratta, incerta... "Se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,13). Se manchiamo di fede, insomma, Egli ci tiene a falla con la sua perseveranza.  Se poi questo non bastasse, il Vangelo di Giovanni ci offre anche la gioia di scoprire il contenuto di questa preghiera. Gesù prega il Padre affinché ci conceda il dono della comunione.  Non si limita a invocare concordia e pace, ma si spinge oltre, chiedendo che tra gli uomini si possa sperimentare la stessa profonda intimità che esiste tra il Padre e il Figlio fin dall'eternità. "Io

Avrò cura di te - Mercoledì 19 Maggio

Spesso abbiamo l'impressione di passare un'esistenza intera a doverci difendere da continue minacce, a guardarci da tutto e da tutti, abbiamo l'impressione che per noi la guerra non sia mai finita e gli assalti nemici si susseguano senza soluzione di continuità.  La serenità sembra un miraggio, o forse una piccola parentesi che finisce per passare quasi inosservata tra le varie battaglie che siamo costretti a combattere. Per questo spesso ci mettiamo sulla difensiva, siamo diffidenti, aggressivi, stanchi, arrabbiati.  Com'è bello scoprire che in realtà non siamo abbandonati a noi stessi, esposti ai pericoli, immersi in questa lotta solitaria contro il mondo. Com'è dolce sapere di essere custoditi sempre, in modo amorevole e provvidente, da un Dio che ha come prima pre-occupazione quella di aver cura di noi, suoi figli.  Un giorno Gesù ebbe modo di dire ai giudei: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna

È giunta l'ora - Martedì 18 Maggio

Ci sono momenti che aspettiamo da tutta una vita, che speriamo arrivino quanto prima, e altri invece che vorremmo continuare rimandare in eterno.  Ci sono occasioni fondamentali, per certi versi decisive, quelle in cui sembrerebbe possibile dare una svolta a un'intera esistenza, in un verso o nell'altro... eppure la sensazione più comune è probabilmente quella di arrivare sempre impreparati a certi appuntamenti.  Forse preferiremmo non giungesse mai la nostra "ora", quella in cui scendere in campo per giocare la partita della vita, spendere tutte le nostre energie e dare fondo a tutte le nostre risorse, senza risparmiarsi. Il solo pensiero ci mette in ansia. Per noi non è mai il momento giusto, meglio tergiversare o battere in ritirata.  Gesù invece è animato da ben altri sentimenti, conosce un'ansia che è diametralmente opposta alla nostra. "Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!" (Lc 12,50).  Mentre n

Mai parlare troppo presto... - Lunedì 17 Maggio

Quale differenza passa tra chi si ostina a non voler capire e chi invece pretende di aver già compreso tutto? Tra chi alza un muro, rifiutando ogni possibilità di dialogo, e chi si affretta ad appiccicarti addosso un'etichetta, a bollarti come "carta conosciuta", c'è un confine fin troppo sottile, quasi inesistente.  I discepoli hanno iniziato a seguire Gesù con entusiasmo, ben presto però sono sprofondati nel dramma dell'incomprensione: le parole del Maestro sono spesso sembrate dure, i suoi gesti scandalosi, il suo stile di vita estremamente fuori dagli schemi.  Altri erano andati via già da tempo, loro invece hanno provato a non gettare la spugna, sono rimasti con Lui, ma forse ancora non sono riusciti a mollare i freni, a mettersi in gioco completamente.  Giunti all'ora, quella decisiva, pensano di aver finalmente capito ogni cosa: "ora parli apertamente... ora sappiamo che tu sai tutto... ora crediamo...". Ma quella presunzione sarà loro fatale

Il colore dell'infinito - ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

  Chiusi la mente e il cuore, chiuse anche le porte di quella stanza dove si erano rifugiati. In quel luogo le loro paure sembravano avere una vita propria, diventavano sempre più concrete e il loro sgomento era ormai tangibile. Null’altro sembrava essere reale, tanto che si erano rifiutati di credere a chi li aveva raggiunti per narrare una storia diversa. Non avevano preso in considerazione il racconto della Maddalena; avranno pensato fossero solo i vaneggiamenti di una donna segnata da una perdita troppo grande. Non avevano dato credito nemmeno ai due di Emmaus; forse nel loro caso si era trattata di una banale allucinazione dovuta alla fatica del cammino e alle ultime notti passate insonni. Quella gente parlava loro di una realtà tanto lontana da sembrare assurda; qualcosa che non erano in grado di vedere perché per loro esistevano soltanto lutto e pianto. Si sentivano come arenati nelle sabbie mobili dell’angoscia, tra dubbi e incertezze, quelli che ormai affollavano la loro mente

Nel tuo nome - Sabato 15 Maggio

Perché la vostra gioia sia piena... Chissà quante preghiere abbiamo elevato al cielo per essere accontentati in ciò che pensavamo potesse rendere migliore, più semplice e comoda, la nostra esistenza. Spesso abbiamo avuto la sensazione che restassero inascoltate, che la maggior parte delle nostre richieste non venisse esaudita.  Oggi Gesù ci invita a crescere nella fiducia: "chiedete e otterrete" perché "il Padre vi ama". Forse abbiamo chiesto tanto, ma lo abbiamo fatto male. Abbiamo domandato "nel nostro nome", per soddisfare l'orgoglio, per ottenere tranquillità e sicurezza in questa vita, ma non abbiamo chiesto "nel nome di Gesù", per trovare la vera gioia.  Come potremmo, infatti, chiedere nel suo nome che vengano puniti gli operatori di iniquità, se Gesù ha detto: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).  Come chiedere nel suo nome che la nostra vita sia preservata da fatica e affanno, da ogni sacrific

Sapore d'eternità - Venerdì 14 Maggio

Tempus fugit... e sembra portare via con sé ogni cosa. Tutto inesorabilmente si consuma, nulla più sembra durare. Gli oggetti come le relazioni, i sogni come le speranze, i progetti come le esperienze sembrano avere un destino comune: più prima che poi rischiano di deteriorarsi e di giungere a una fine troppe volte ingloriosa.  E mentre nel cuore dell'uomo continua a vivere una sete di infinito che ci spinge a cercare di prolungare la durata di ciò che abbiamo di più caro, ci imbattiamo inesorabilmente nell'esperienza della precarietà.  Gesù lo aveva spiegato in modo estremamente chiaro: "chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?" (Mt 6,27). Nessuno pare averlo ascoltato, né i suoi discepoli, tanto meno noi che continuiamo a coltivare l'illusione di poter saziare la nostre sete attraverso un'acqua che non disseta, anziché chiedere l'acqua viva (cf. Gv 4,10).  Il libro dell'Apocalisse si esprime in maniera effi

Anche il poco conta - Giovedì 13 Maggio

Ancora una volta l'incomprensione regna nel cuore dei discepoli, nonostante il Maestro intenda rivelare loro ogni cosa. Spesso anche noi ci troviamo confusi e smarriti quando la parola di Dio sembra contraddetta dalla dura realtà che viviamo.  "Ma la vostra tristezza si cambierà in gioia". Cos'è la fatica di oggi di fronte alla felicità futura che ci attende? Cos'è l'attesa di un momento di fronte alla pienezza dell'eternità? Cos'è la separazione seppur dolorosa di fronte all'intima comunione che vivremo?  È in questo frangente che siamo chiamati a custodire la speranza. Proprio quando sembrano prendere il sopravvento dubbi e incertezze, contraddizioni e paure, in realtà sta già germogliando una vita nuova. Quello che a taluni appare un tempo vuoto, un abisso incolmabile, per noi cristiani è un tempo gravido di attese e di sogni.  È nello spazio tra il venerdì santo e il giorno dopo il sabato, breve e interminabile insieme, che si compiono i passag

Un passo alla volta - Mercoledì 12 Maggio

Quanta delicatezza traspare dalle parole di Gesù. È pienamente consapevole della fatica che vivono i discepoli, conosce bene le loro incertezze e i loro dubbi. Sa che avrebbero ancora tanto da imparare, eppure non vuole caricarli di pesi eccessivi. Egli non pretende la perfezione, si limita a chiedere quanto è nelle loro possibilità, nulla di più, nulla di meno.  Da Maestro esperto e premuroso, Gesù accompagna senza forzare la crescita loro e anche nostra. All’ansia di conoscere ogni cosa, spesso motivata soltanto da un’insana curiosità, Gesù contrappone l’arte della gradualità. Alla fretta di arrivare alla meta, Egli sostituisce la pazienza che ci aiuta a gustare la bellezza di ogni singolo passo.  Gesù lo aveva detto: “Io non sono venuto per condannare, ma per salvare”. Egli infatti non usa la conoscenza come un'arma, ma la pone al servizio del bene di ogni persona. Noi, al contrario, non sappiamo attendere; spesso abbiamo fretta di dire le “nostre verità” senza preoccuparci del